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GIOTTO E IL NOVECENTO Mart Rovereto

Trento
GIOTTO E IL NOVECENTO Mart Rovereto

GIOTTO E IL NOVECENTO

Mart Rovereto, 6 dicembre 2022 — 19 marzo 2023

Da un’idea di Vittorio Sgarbi

A cura di Alessandra Tiddia

In collaborazione con Assessorato alla cultura del Comune di Padova, Musei Civici

 

 

 

Giotto e il Novecento è la mostra che celebra i primi vent’anni del Polo culturale di Rovereto, inaugurato il 15 dicembre 2002.

200 opere di cui una cinquantina provenienti dal patrimonio museale segnano l’eredità di Giotto nell’arte degli artisti moderni e contemporanei. Da Carlo Carrà a James Turrell, passando per Sironi, Martini, Fontana, Matisse, Klein, Rothko. Alla ricerca della grande lezione giottesca: la rivelazione del trascendente, la capacità di dare forma all’invisibile.

 

 

 

 

Tutta l’arte è contemporanea

 

Il rapporto tra antico e contemporaneo è da sempre al centro dell’indagine del Mart di Rovereto. La struttura stessa del museo celebra le forme classiche del Panteon, rievocato nelle forme e nelle proporzioni della cupola, e dell’impluvium romano che caratterizza la fontana posta sotto la cupola stessa.

 

La proposta espositiva basata su confronti e parallelismi è una delle cifre stilistiche riconosciute al museo di Rovereto che già nel 2013 proponeva una straordinaria mostra su Antonello da Messina, a cura degli studiosi Ferdinando Bologna e Federico De Melis. Per l’occasione, le opere del maestro quattrocentesco venivano messe a confronto con la ritrattistica contemporanea, raccolta in un progetto curato dal filosofo francese Jean-Luc Nancy.

 

In tempi più recenti, l’indirizzo della presidenza di Vittorio Sgarbi ha rinnovato questa felice intuizione. Il palinsesto del Mart attraversa i secoli, i maestri classici e moderni dialogano tra loro e con le opere di una collezione pubblica tra le più ricche d’Europa.

Negli ultimi anni si sono susseguite: Caravaggio. Il contemporaneo, nel 2020; Picasso, de Chirico, Dalí. Dialogo con Raffaello e Botticelli. Il suo tempo. E il nostro tempo nel 2021, Canova tra innocenza e peccato la scorsa primavera. Dal 6 dicembre 2022 al 19 marzo 2023, è la volta di Giotto e il Novecento.

 

Alla ricerca delle connessioni tra la storia, i grandi classici e i linguaggi del XX secolo, il Mart pone a confronto epoche distanti, offrendo nuove stratificate letture.

Giotto e il Novecento

 

È un’esposizione solenne e necessaria quella che il Mart dedica all’insegnamento di Giotto, il maestro che rivoluzionò la pittura medievale e che, secondo gli storici dell’arte, inaugurò l’era moderna.

 

Se la strada per Giotto e il Novecento è stata aperta in anni recenti da diversi significativi studi - come il catalogo della mostra curata nel 2009 da Stefan Weppelmann e Gerhard Wolf dedicata al confronto fra Rothko e Giotto, al Kunsthistorisches Institut Max Planck di Firenze e il saggio pubblicato nel 2012 da Alessandro Del Puppo su Giotto, Rimbaud, Paolo Uccello in relazione a Carrà -; la mostra non poteva non realizzarsi al Mart di Rovereto la cui Collezione annovera decine di capolavori inequivocabilmente influenzati dall’attività di Giotto e la cui attività ruota intorno al confronto tra antico e moderno.

 

La mostra si apre con una grande installazione immersiva che riproduce la Cappella degli Scrovegni di Padova, il capolavoro assoluto di Giotto. Una sofisticata videoproiezione, costruita partendo dalle immagini ad altissima risoluzione realizzate dall’Università di Padova e messe a disposizione dai Musei Civici di Padova, “trasporta” virtualmente i visitatori e le visitatrici del Mart all’interno del famosissimo ciclo di affreschi del XIV secolo, Patrimonio Mondiale UNESCO. Fondamentale, a questo proposito, la preziosa collaborazione con l’Assessorato alla cultura del Comune di Padova.

 

Nelle intenzioni della curatrice Alessandra Tiddia: “La mostra prende avvio da un portale immersivo che attraverso le proiezioni delle immagini degli affreschi della Cappella degli Scrovegni intende restituire al visitatore la suggestione di un’esperienza fondamentale per molti artisti, ovvero la visione del ciclo di affreschi. […] Varcata questa soglia si dischiude al visitatore un percorso che da Carrà giunge, attraverso il Novecento italiano, alle esperienze di Matisse, Rothko, Albers, Klein, per avviarsi verso la fine della mostra con l’installazione di James Turrell, Thyco Blue, un altro portale esperienziale, che conclude il viaggio, durato più di un secolo, attraverso le suggestioni giottesche”.

 

Seguendo un ordine cronologico e tematico l’esposizione prosegue tra opere di grandi autori e autrici del XX e XXI secolo accomunati dalla passione per la figura di Giotto, studiato, imitato, o preso a modello di perfezione e spiritualità.

 

Suddivisa in sette sezioni, la mostra prosegue tra Atmosfere rurali e Sacre Maternità nelle quali i soggetti bucolici e le figure femminili esprimono quel richiamo e quell’idealizzazione della tradizione tipica del periodo tra le due grandi guerre. Ne sono rappresentanti in mostra, tra molti altri, Albin Egger-Lienz, Ardengo Soffici, Pompeo Borra e Tullio Garbari.

 

Il mito di Giotto non tramonta nel secondo dopoguerra, anzi influenza tanto i linguaggi figurativi, quanto il nuovo astrattismo. In mostra si incontrano i lavori di Gastone Celada e Lorenzo Bonechi, la sintesi formale e pura di Fausto Melotti, le geometrie senza tempo di Giorgio Morandi e la pittura astratta di Giorgio Griffa e di Serge Poliakoff.

 

Nelle ultime sale, l’arte più recente non è meno debitrice alla lezione medievale di quanto lo sia quella del primo novecento.

 

 

Tanto gli europei Henri Matisse, Yves Klein e Josef Albers quanto gli statunitensi come Mark Rotko riconoscono il loro debito nei confronti di Giotto, ispiratore assoluto. In particolare, a influenzare alcuni tra gli artisti più conosciuti è il suo celebre blu.

 

 

Un colore che non è più mera tinta sull’opera, ma diventa spazio ultraterreno sul quale si affacciano le tele bucate di Lucio Fontana. L’equilibrio che i contemporanei riconoscono a Giotto e ai suoi cieli è alla base anche della spazialità delle campiture sfumate di Mark Rothko o dei quadrati di Josef Albers.

 

 

Lo stratificarsi di elementi iconografici insito nello studio della storia dell’arte riconosce nell’opera di Giotto una modernità astratta, una tensione spirituale e trascendentale che rivive, per esempio, nella grande installazione immersiva di James Turrell, maestro contemporaneo della luce e dei colori studioso della percezione. Tycho Blue è una stanza di puro e luminoso blu, realizzata a partire dai progetti dell’artista del 1969 e mai più riallestita.

 

Chiudono la mostra le installazioni di due artiste, Chiara Dynys e Tacita Dean, il cui lavoro rinnova ancora una volta il dialogo con uno dei più grandi maestri di tutti i tempi.

 

 

 

MartRovereto 
Corso Bettini, 43
38068 Rovereto (TN)
T. 800 397760 
T.+39 0464 438887

info@mart.trento.it
www.mart.trento.it

 

Orari
mart-dom 10.00-18.00

ven 10.00-21.00

lunedì chiuso

 

Tariffe

Intero 11 Euro

Ridotto 7 Euro

Gratuito fino ai 14 anni e persone con disabilità

 

 

 

 

 

Trento
Pubblicato il 12/12/2022

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