Andrea Branzi. Racconti di design mostra allo CSAC
Parma - CSAC - Centro Studi e Archivio della Comunicazione dell'Università di Parma
CSAC - Centro Studi e Archivio della Comunicazione Università degli Studi di Parma
presenta
Andrea Branzi. Racconti di design
27 maggio – 1 ottobre 2023 Abbazia di Valserena Strada Viazza di Paradigna 1, Parma
Dal 27 maggio al 1 ottobre 2023, lo CSAC - Centro Studi e Archivio della Comunicazione dell’Università di Parma presenta l’esposizione Andrea Branzi. Racconti di design. L’esposizione, generata dal fondo di Andrea Branzi conservato allo CSAC, propone un percorso all’interno della chiesa abbaziale e negli spazi de L’Archivio dal vivo che racconta l’indagine sul design condotta da Branzi attraverso differenti media a partire dai progetti con Archizoom Associati dal 1966, sino ad oggi. Andrea Branzi è uno dei protagonisti indiscussi della riflessione sulla contemporaneità e sul ruolo del design inteso come ambito di sperimentazione. Dalla fondazione del gruppo Archizoom associati ad oggi egli ha posto costantemente interrogativi per comprendere il contesto e per ipotizzare modi e forme del design. Branzi ha sempre intrecciato la riflessione teorica, condotta utilizzando molteplici strumenti, con il progetto di oggetti e architetture quali campi di verifica, realizzando ‘modelli teorici’, disegnando percorsi espositivi. Tenendo conto di alcuni fondamentali contributi critici sul suo lavoro (dalla mostra di Bordeaux del 2015 -Please to meet you-, al volume Il progetto nell’epoca della relatività curato da Elisa Cattaneo del 2020 dedicato alla interpretazione della città), la mostra intende focalizzare l’attenzione sul ruolo non solo del disegno (attraverso il quale si faranno emergere dall’archivio alcune storie di progetto come quella della installazione Record e Paradiso), ma anche del plastico e del video, strumenti fondamentali dei racconti per immagini di Branzi. Se si ripercorrono i momenti chiave della sua ricerca, dalla stagione radicale, gli anni ’70 e ’80 di Alchimia e Memphis e di Animali domestici (1985), quindi la riflessione condotta a partire dagli anni ’90 sugli archetipi, e sui grandi interrogativi antropologici in cui le costanti della sua ricerca (il rapporto metropoli e oggetto, l’analisi dei sistemi produttivo e il ruolo del design) sono continuamente ritestati, è possibile riscontrare la centralità del plastico quale forma privilegiata e anche autonoma, nella ricerca di inedite ‘drammaturgie’ del progetto. Dal modello della tesi di laurea (1966), alla Casa a pianta centrale, VIII Documenta, Kassel (1987), al volto per il Ponte dell’Accademia, Concorso internazionale, Biennale di Venezia – Mostra Internazionale di architettura 1985
A questo si affianca il racconto video caratterizzato da una precisa scelta di un montaggio che è coerente con gli ‘spazi neutri’ delle sue metropoli, e da una raffinata ricerca di relazioni tra immagini e musica. Il percorso della mostra, inteso come uno spazio di osservazione ed ascolto, è così costituito da una selezione di plastici, prototipi e opere alternati da video realizzati da Branzi in occasione di esposizioni e per la presentazione di progetti Il percorso della mostra, inteso come uno spazio di osservazione ed ascolto, è costituito da una selezione di plastici, prototipi e opere alternati da video realizzati da Branzi in occasione di esposizioni e per la presentazione di progetti, da 3 sequenze di video (Oggetti & Metropoli; Esposizioni Teatro Interviste; Conferenze): L’audio dell’installazione di Archizoom per la mostra Italy the New Domestic Landscape, in collaborazione con Giuseppe Chiari (1972) Il modello della tesi di laurea (1966) Casa a pianta centrale, VIII Documenta, Kassel (1987) Il volto per il Ponte dell’Accademia, Concorso internazionale, Biennale di Venezia – Mostra Internazionale di architettura (1985) The weak metropolis, video (2008) La metropoli primitiva, video (2015) Prototipo di pneumatico per il Concorso per il pneumatico Pirelli Energy (1998) Treilles, decoro in porcellana prodotto da Bernardaud (2009) con Daniele Macchi Metropoli Latina, video (2021) Un lungo tappeto di immagini selezionate da progetti del suo fondo conservato allo CSAC di Parma, conduce, infine, alla Installazione Record e Paradiso realizzata per la mostra Cronografie nella chiesa di San Lorenzo in occasione della Biennale di Venezia del 1980, e riproposta per questa occasione in relazione ad un differente contesto architettonico. Una selezione di progetti sarà documentata da disegni progettuali esposti negli spazi de L’archivio dal vivo. Andrea Branzi, architetto e designer, è nato a Firenze nel 1938, dove si è laureato nel 1967, vive e lavora a Milano. Dal 1967 si occupa di design industriale e sperimentale, architettura, progettazione urbana, didattica e promozione culturale e alterna l’intensa attività progettuale a quella teorica e didattica. Dal 1964 al 1974 ha fatto parte del gruppo Archizoom Associati, primo gruppo di avanguardia noto in campo internazionale, i cui progetti sono oggi conservati presso il Centro Studi e Archivio della Comunicazione dell’Università di Parma e al Centro Georges Pompidou di Parigi.
Nel 1974 si trasferisce a Milano dove ha sviluppato i temi del “Nuovo Design Italiano” che hanno portato alla nascita di Alchymia e Memphis. Tra il 1975 e il 1982, fa parte della CDM (Consulenti Design Milano), firmando nel 1975 il progetto dell’immagine coordinata per l’aeroporto Leonardo da Vinci di Roma. Nel 1982 apre il proprio studio, occupandosi di architettura, urbanistica, interior design e industrial design. Nell’ambito dell’industrial design, Branzi ha collaborato tra gli altri con Acerbis, Alessi, Artemide, Cassina, Interflex, Lapis, Pioneer, Twergi by Alessi, Unitalia, Up & Up, Zanotta; tra i brand esteri, annovera il produttore giapponese di occhiali Murai e le ditte tedesche Vorwerk e Dornbracht, attive rispettivamente nel campo dei rivestimenti in moquette e di accessori e decori per bagno. È collaboratore e consulente di numerose riviste – è stato direttore della rivista “Modo” dal 1982 al 1984 – autore di libri, lecturer, curatore di mostre. Tra i fondatori di Domus Academy (prima scuola post-universitaria di design) nel 1982, Branzi è stato direttore culturale, vice-presidente e coordinatore dell’Istituto. Ha ricoperto fino al 2009 il ruolo di Professore Ordinario e Presidente del Corso di Studi in Design degli Interni nella Facoltà di Design del Politecnico di Milano. È membro del Consiglio Nazionale del Design del Ministero della Cultura. Nel 2007 ha curato la mostra itinerante “New Italian Design” per la Triennale di Milano. È stato Curatore Scientifico del nuovo Design Museum della Triennale di Milano organizzando le due prime esposizioni tematiche (2008 e 2009). Nel 2010 è stato invitato a partecipare con una sala personale alla Biennale di Venezia, presso il Padiglione Italia. Ha fatto parte del Comitato Scientifico della XXI Esposizione Internazionale della Triennale di Milano nel 2016, all’interno della quale ha curato due mostre: “La Metropoli Multietnica” e “Neopreistoria-100 verbi”. Nel 2017 il Centro Georges Pompidou di Parigi ha dedicato al suo lavoro una sala permanente. Il suo lavoro è stato oggetto di numerosi premi e riconoscimenti: gli sono stati conferiti tre Compassi d’Oro, di cui uno alla carriera nel 1994; nel 2008 ha ricevuto la Laurea Honoris Causa in Design conferita dall’Università della Sapienza di Roma e nello stesso anno è stato nominato Membro Onorario del Royal Design for Industry di Londra; nel 2018 la Royal Academy of Fine Arts di Stoccolma gli ha conferito il premio Rolf Schock per le Arti Visive, precedentemente assegnato a personalità come Rafael Moneo, Claes Oldenburg, Herzog & De Meuron, Giuseppe Penone, Kazuyo Sejima e Ryūe Nishizawa, Doris Salcedo. Ha tenuto conferenze in Francia, Belgio, Olanda, Germania, Inghilterra, Svizzera, Spagna, Portogallo, Stati Uniti, Brasile, Argentina, Giappone, Corea, Hong Kong, Cina, Singapore, Thailandia. I suoi progetti sono conservati presso molti musei quali: Centro Studi e Archivio della Comunicazione dell’Università di Parma; Centro Georges Pompidou ( circa 300 opere), Parigi; Design Museum, Gent; MOMA New York; Brooklyn Museum, New York; Denver Museum of Art, Denver; Fondation Cartier pour l’Art Contemporain, Parigi; Groninger Museum, Groningen; Fonds Régional d'Art Contemporain, Orleans; Houston Museum of Fine Arts, Texas; Israel Museum, Gerusalemme; Musée des Beaux-Arts, Montreal; Musée des Arts décoratifs, Parigi; Victoria & Albert Museum, Londra; Vitra Design Museum, Weilam-Rhein; MAK, Vienna. (2019). Fra le sue pubblicazioni ricordiamo: Moderno, Post-moderno, Millenario, antologia di scritti teorici ediz. Studio Forma/Alchymia, Milano. Introduzione di Gillo Dorfles (1980); La Casa Calda - Esperienze del Nuovo Design Italiano, con introduzione di Arata Isozaki, ediz. Idea Books (Italia), M.I.T. Press (USA), Thames and Hudson (Inghilterra), L'Equerre (Francia) (1984); Introduzione al design italiano, Baldini & Castoldi, Milano (1999); Modernità debole e diffusa. Il mondo del progetto all'inizio del XXI secolo, Skira (2006); La metropoli primitiva, Fortino editions (2014); E = Mc2: The Project in the Age of Relativity, Actar edizioni (2020) con E. Cattaneo e Una generazione esagerata, Baldini+Castoldi 2015.
Andrea Branzi. Racconti di design
27 maggio – 1 ottobre 2023
Abbazia di Valserena
Ingresso € 10 Per tutte le riduzioni e informazioni aggiornate: http://www.csacparma.it/visita/ Orari venerdì, 9-13 sabato e domenica, 10-19 Dal martedì al giovedì solo per gruppi, su prenotazione
Per informazioni e prenotazioni servizimuseali@csacparma.it
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