"Antonia & Emily. Due diverse solitudini" in scena a San Polo
Torrile - San Polo di Torrile

SABATO 26 MARZO 2022 - ORE 21,00 - SALA IMPASTATO A SAN POLO
"Antonia & Emily. Due diverse solitudini"
Performance teatrale
con Paola Ferrari e Stefano Mazzacurati
Regia: Paola Ferrari
Improvvisazioni musicali e sonore: Fabrizio Chiari
Disegno luci e fonica: Mauro Casappa
Ispirata da due donne, icone della poesia femminile, Antonia Pozzi ed Emily Dickinson, la performance
scenica è un omaggio a loro e, più in generale, alla creatività e al genio femminile, per mettere in luce come
la solitudine, la sensibilità, la contemplazione della bellezza e della natura, la malinconia e perfino il dolore
siano preludio ad alcune delle più alte espressioni artistiche. E, grazie all’intervento di Stefano Mazzacurati,
psichiatra e scrittore, stimolare una riflessione su noi stessi, sugli sconfinati orizzonti di senso della
solitudine, sulle inquietudini e “arcobaleni” dell’anima e sul rapporto psichiatria-letteratura.
Dalle note di regia:
Uno psicoterapeuta sta rileggendo due poetesse, Antonia Pozzi ed Emily Dickinson, per preparare una
conferenza sulla relazione psicologia/letteratura. Delle due figure ne scandaglia gli aspetti umani, poetici,
psicologici, le affinità, concentrandosi, in particolare, sui temi della solitudine, sensibilità, malinconia, male
di vivere, morte volontaria. Entra in maniera così profonda in rapporto con le loro parole, le loro vite, i loro
slanci, le loro cadute, da immaginarle nei loro gesti quotidiani e visualizzarle in dialogo con lui. A tal punto
che queste cominciano ad affiorare dal suo pensiero e, in una sorta di “magica materializzazione”, prendono
corpo e interagiscono con lui.
In un gioco di rispecchiamenti emergono, sebbene le due poetesse siano vissute in epoche diverse, gli
elementi che le accomunano (profondità emotiva, solitudine esistenziale, amore per la natura, totale
dedizione alla poesia come forma espressiva del loro io..), per giungere ad un finale “visionario” in cui
entrambe le poetesse diventano una sola figura, emblema della funzione consolatrice/salvifica dell’arte.
Antonia Pozzi: milanese (1912 -1938), una delle voci più sensibili della poesia italiana del ‘900, morì suicida a 26 anni
presso l’abbazia di Chiaravalle, chiedendo nell’ultima lettera ai genitori di essere sepolta a Pasturo, dove tuttora riposa
ai piedi delle amate Grigne. Nonostante la brevità della sua vita ha lasciato più di 300 poesie, lettere e diari (purtroppo
rimaneggiati dal padre, che in molte liriche eliminò la dedica all’uomo amato). La famiglia negherà la circostanza
“scandalosa” del suicidio, attribuendo la morte a polmonite. Le sue poesie sono il diario più intenso della sua
anima.“Un bruciare le sillabe nello spazio bianco della pagina” ebbe a dire Eugenio Montale, il primo ad averne colto in
pieno il valore.
Emily Dickinson: americana (1830- 1886), una delle più grandi voci poetiche dell’Ottocento, a 23 anni decide di
vestire solo di bianco e sceglie una vita solitaria e appartata. Proprio in quella situazione di “isolamento volontario” si
rifugia nella contemplazione della natura, nella meditazione sul senso della vita e nella composizione di versi. La fine
della vita terrena di Emily Dickinson sancirà la nascita del suo mito. Dopo la sua morte, infatti, la sorella scoprirà in un
baule diverse centinaia di poesie scritte da Emily, raccolte in foglietti cuciti a mano con ago e filo. Poesie accostabili
per bellezza e intensità a quelle di Whitman, Leopardi, Baudelaire.
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Stefano Mazzacurati. Medico psichiatra e psicoterapeuta. Primario e Direttore di Servizio per oltre sedici
anni. Già Professore a.c., Università di Parma e La Sapienza di Roma. Ha tenuto seminari su Psichiatria e
Letteratura, Facoltà di Lettere di Parma. Membro International Pen Club. Ha svolto oltre trecento diversi
interventi tra letture, conferenze e docenze. Autore di testi e numerose pubblicazioni di diffusione su
periodici e quotidiani.