ARTURO CARLO QUINTAVALLE vi parlerà di ... Medioevo come Racconto
Parma - Teatro Due
ARENA SHAKESPEARE
ARTURO CARLO QUINTAVALLE vi parlerà di ...
Medioevo come Racconto: Città Cattedrali Strade
Mille anni sono il rimosso della nostra storia, grosso modo dal III-IVsecolo al XIII. Così, per molti, tutto comincia con Arnolfo di Cambio, Giotto, Dante, Petrarca, Boccaccio. Loro rileggevano l’antico, loro rifondavano la lingua, anzi le lingue del moderno, di un rinascimento che comincerebbe proprio nel ‘300. Eppure prima c’è una storia complessa che si può raccontare qui soltanto per exempla e puntando su alcuni luoghi simbolo, alcuni momenti signifificativi. La città medievale, quella che si ricostruisce fra IX e XI secolo, pone le basi della civiltà del nostro tempo: strade e mura, monasteri e recupero degli antichi spazi dei fori, riscoperta e anche riuso delle sculture romane, conservazione e trasformazione dell’antico. La nuova città si costruisce in poche generazioni fra XI e XII secolo e resta intatta fifino alla rivoluzione urbanistica (e non solo) del XVI secolo. Essa, fra XI e XII secolo, si articola, dentro le mura, nelle due piazze, quella religiosa e quella del Comune per poi estendersi fuori le mura inglobando i borghi dove sorgeranno, nel ‘200, i nuovi poli, vere piazze coperte per la predicazione, le chiese dei francescani e dei domenicani. Le tre conversazioni, tenute da Arturo Carlo Quintavalle con ampia documentazione di immagini e, alla fifine, aperte a una eventualediscussione, intendono riscoprire i segni di una unità delle lingue romanze dell’arte che sono struttura portante di ogni ulteriore, ipotizzata “rinasci ta”. Forse esse potranno dare spessore storico, e fare riscoprire le radici, delle vicende complesse e notissime del nostro Trecento.
La città e la Cattedrale
15 SETTEMBRE 2020
Benedictus Antelami Dictus
17 SETTEMBRE 2020
Medioevo: Viaggio, mercato, pellegrinaggio
24 SETTEMBRE 2020
La città e la Cattedrale
Parma tra fine XI e primi decenni del XII secolo. Mura, monasteri, canali, la basilica paleocristiana, la cattedrale romanica. Il dibattito sulle strutture:
Il Duomo di Pisa e altre storie parallele e diverse: cattedrale di Modena, cattedrale di Cremona, cattedrale di Piacenza. I danni del terremoto del 1117 e le nuove indagini archeologiche. Il Maestro dei Mesi e la cattedrale di Parma: arredo interno e recinzione presbiteriale, la grande offiffifficinadegli scultori (Pulpito Sant’Ambrogio, Duomo di Carrara, etc).
Benedictus Antelami Dictus
Il Battistero come segno della città: i modelli di Pisa, di Firenze, di Cremona. La formazione di Benedetto e i magistri Antelami a Genova.
Il pulpito di Benedictus inserito nella recinzione presbiteriale del Maestro dei Mesi. Gli scultori campionesi a Modena, il pontile, la porta Regia, il pulpito, e le novità antelamiche: Provenza per Modena, Ile de France per Benedictus. Il Battistero di Parma è prima di tutto un progetto architettonico modifificato nel tempo che accompagna la storia politica della città fra Papato e Impero: nuove scoperte chiariscono i tempi e caratteri della sostanziale trasformazione del progetto antelamico. Il Battistero, col suo imponente complesso di sculture, un unicum al settentrione e comprabilesoltanto con i monumenti dell'Ile de France, da Saint Denis a Chartres a la prima Notre Dame a Parigi, propone una grande rivoluzione iconografifica che si spiega soltanto con la necessità di ribattere la eresia catara che nega il valore delle opere di misericordia per la salvezza delle anime, rififiuta tutti i sacramenti, rififiuta la croce in quanto strumento del martirio di Cristo. Sarà importante sottolineare la vicenda dei due cantieri antelamici paralleli del Battistero e di Borgo San Donnino. La lingua campionese e quella antelamica con le loro rinnovate immagini sono diffffuse un poco ovunque al settentrione italiano.
Medioevo: Viaggio, mercato, pellegrinaggio
Le strade medievali sono strade di terra tanto quanto quelle romaneerano strade di pietra. Ma non per questo quelle vie, quelle strade sono state meno traffiffifficate, meno percorse, meno vissute. E poi nel medioevo e sopra tutto nel secolo XI e nel XII le vie dell’acqua diventano importanti, sia di mare che di fifiume. La nostra, a Parma, nella pianura padana è storia di viaggi per terra e sui fifiumi dove si spostano le merci e dove, su canali,sulle rive, vi sono le ruote dei mulini che vogliono dire cibo ma anche lavorazione industriale. Ogni città, al settentrione, è come Venezia, o come Padova, o come Verona, o come Cremona, o come Mantova, e così Parma. Sulle strade sono merci che si trasportano ma anche reliquie e sono quelle che spostano il senso del pellegrinaggio, e quel viaggio è vicenda europea. Così nel codex Calixtinus c’è la storia del pellegrinaggio a Compostela anche se manca una “guida” analoga del pellegrinaggio a Roma e alle sue imponenti reliquie antiche e paleocristiane, dal Colosseo alle basiliche con le tombe di Pietro e Paolo fifino alla Veronica e alle immagini della Madonna non dipinte da mano umana. Il passaggio del monte Appennino e le strade in epoca longobarda: nel piacentino, nel parmense, nel reggiano, nel modenese, da Bobbio al passo di Monte Bardone (la Cisa) a Frassinoro a San Pellegrino in Alpe. Da questo sistema generale del racconto, dove ogni tappa è nel segno delle vite dei santi ma anche della chanson de geste, veniamo a una microstoria, quella del viaggio nella diocesi di Parma: perduto il racconto delle vie longobar de salvo qualche misero frammento, leggiamo nelle sculture lo strato della offficina della cattedrale agli inizi del XII secolo e quello antelamico col suo rivoluzionario racconto da Fornovo a Bardone da Talignano a Bercet fino ad Aulla.
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