Campionati italiani di Ciclismo 2019 in Alta Val di Taro
Provincia di Parma

Campionati italiani di Ciclismo 2019
Un grande evento, un territorio all’altezza.L’Alta Val di Taro sarà quest’anno, per la seconda volta, il teatro dei Campionati Italiani di Ciclismo Professionista. Dopo quella famosa che nel 1981 vide vincitore Francesco Moser. Un’occasione perfetta per scoprire questo spicchio d’Italia ancora completamente sconosciuto al turismo di massa. Una lingua di terra emiliana che si incunea arrampicandosi tra Liguria e Toscana. Una valle circondata da una corona di passi perfetti da pedalare, arrivando al mare attraverso il passo del Bocco o di Centocroci, o arrampicandosi fino a Santo Stefano D’aveto scalando l’ostico Tomarlo, o ancora, raggiungendo la Toscana attraverso il Passo del Brattello per sfidare la mitica Cisa. E inoltre, è fitta fitta di tracciati, sentieri, tratturi perfetti per i mountain biker più temerari. Un angolo di appennino intenso e vero, ruvido, come solo l’Appennino sa essere. La Val di Taro non conosce le mezze misure: quando fa freddo ghiaccia tutto, che sembra un’incantesimo della Fata delle Nevi, ed è uno spettacolo tutto quel bianco su bianco su bianco, indimenticabile, come i “meno venti” che l’accompagnano. Ma in primavera si veste di un verde fitto e riccioluto, punteggiato dai mille colori dei fiori di alberi o cespugli, fatto di boschi in cui perdersi o meglio, trovare funghi, i famosi porcini di Borgotaro. Incastonata nei 5 comuni – Albareto, Bedonia, Borgo Val di Taro, Compiano e Tornolo – sembra essersi fermata a un secolo fa. Non c’è movida da queste parti. I locali hanno la riservatezza schiva dei liguri e la gentilezza degli emiliani. Si mangia cibo vero, a chilometro, anzi, a metro zero. Si fa ancora il bagno nei fiumi, le passeggiate a cavallo, si arriva in cima al Monte Pelpi, che una volta su, sembra di dominare il mondo intero. E la sera, ci si gode il fresco, anche quando la pianura si scioglie per il caldo. La Val di Taro è così, una vacanza vera, lontano da tutto e tutti, come quelle che facevamo da bambini. Un territorio che non ostenta i suoi molteplici tesori di arte e cultura, come i castelli, vestigia del Ducato di Parma e Piacenza, Compiano ad esempio e, appena fuori, ma raggiungibile inauto, in bici o anche a cavallo, Bardi, la più grande fortificazione d’Italia ancora integra. È così raro trovare ancora posti così che viene quasi da proteggerla, questa valle, i suoi silenzi, i suoi profumi, i suoi angoli ancora puri e bellissimi, e da augurarsi che il turismo di massa non la scopra mai, che resti sempre così. E ci piace pensare che proprio il ciclismo, e il turismo che si porta dietro, - lento, rispettoso e consapevole - possano essere il giusto mezzo per farla conoscere, ma poco, svelarla, ma solo a chi potrà apprezzarla così com’è, e rispettarla, nel suo passo lento, nella sua natura selvaggia e vera, nelsuo essere così, schiva ma gentile.
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