“Con il Myanmar per la Democrazia”, mostra fotografica sulla situazione birmana
Sala Baganza

Giovedì 8 luglio alla Rocca Sanvitale di Sala Baganza, si inaugura l’esposizione che racconta la difficile situazione di un popolo in lotta per la libertà
“Con il Myanmar, per la democrazia” è il tema della mostra fotografica, che verrà inaugurata giovedì 8 luglio alle ore 18.30 nella Rocca Sanvitale di Sala Baganza. L’esposizione, a cura della Associazione per l'Amicizia Italia Birmania “Giuseppe Malpeli”, sarà visitabile fino al 31 luglio negli spazi dell'Oratorio dell'Assunta da martedì a domenica, dalle ore 10 alle 13 e dalle 15 alle 18.
All’inaugurazione saranno presenti il Sindaco, Aldo Spina, Albertina Soliani - Presidente dell’Associazione Parlamentare “Amici della Birmania”, Rossana Riccò- Vicepresidente Associazione per l’Amicizia Italia Birmania Giuseppe Malpeli, Clelia D’Apice - Dottoranda in Salute Pubblica all'Università degli studi di Parma e Andrea Castronovo - Laureato in politiche per la cooperazione allo sviluppo.
La mostra, patrocinata dal Comune di Sala Baganza, propone una collezione di fotografie del Myanmar (Birmania), in gran parte scattate dagli “amici” birmani dell’Associazione: un percorso per raccontare il momento che sta vivendo il popolo nella scelta della democrazia, dopo il golpe militare del 1° febbraio scorso.
La mostra racconta, con foto e didascalie, l'attuale situazione del popolo del Myanmar che dal 2015, dopo decenni di dittatura, seguiti dalla vittoria elettorale della Lega Nazionale per la Democrazia (NLD), ha visto, sotto la guida di Aung San Suu Kyi, Premio Nobel per la Pace e cittadina onoraria di Parma dal 2007, l'avvio di un processo di democratizzazione, di pacificazione tra le numerose etnie che compongono il Paese, di ripristino dei diritti civili fondamentali.
Ma dopo le elezioni dell’8 novembre 2020, vittoriose per Aung San Suu Kyi e il suo partito, il 1° febbraio scorso i militari hanno impedito con un golpe l'insediamento del Parlamento eletto dal popolo e hanno preso i pieni poteri, arrestando Aung San Suu Kyi, Consigliere di Stato, e il Presidente della Repubblica U Win Myint, nonché il vertice dell’NLD. Il golpe militare ha riportato indietro il Paese.
Il popolo ha reagito con una disobbedienza civile e pacifica e con numerose manifestazioni di dissenso dando vita al Movimento di Disobbedienza Civile (CDM), che oggi è riconosciuto come la Primavera birmana.
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