Il “fenomeno” Hammershøi al Roverella stupisce e affascina il pubblico
Mercoledì 26 marzo 2025 - Domenica 29 giugno 2025
Rovigo

HAMMERSHØI
e i pittori del silenzio
Rovigo, Palazzo Roverella
21 febbraio – 29 giugno 2025
Al Roverella Hammershøi
stupisce e affascina il pubblico.
Per molti è “una grande scoperta”.
Vilhelm Hammershøi (Copenaghen, 1864-1916) è uno straordinario fenomeno nella storia dell’arte contemporanea mondiale. Com’è chiaramente evidenziato dalla grande retrospettiva che gli dedica fino al 29 giugno, in Palazzo Roverella a Rovigo, la Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, con la curatela di Paolo Bolpagni.
La mostra affascina e stupisce il pubblico. Sono in molti a varcare le porte del Roverella richiamati dalla mostra. La stragrande maggioranza del pubblico dichiara di avere soltanto un’idea vaga sull’artista; più un sentore, che una precisa conoscenza. Nessuno mette in discussione il fatto che egli sia stato il più grande pittore danese della propria epoca e tra i maggiori artisti europei. Ma la conoscenza del grande pubblico non va molto oltre.
All’uscita i visitatori esprimono l’entusiasmo per aver scoperto un artista grandissimo, diverso dai “soliti noti”, ma un vero gigante dell’arte. Come confermano le quotazioni ormai stratosferiche delle sue opere, contese da musei e collezionisti.
«È sorprendente» – afferma Paolo Bolpagni, curatore di questa che è la prima mostra italiana dedicata ad Hammershøi – «che la riscoperta moderna, al di fuori della Danimarca, di Hammershøi, che pure, in vita, aveva riscosso un successo europeo, sia piuttosto recente. Negli ultimi anni, da personaggio quasi dimenticato, egli è diventato uno dei più richiesti dai musei e dal mercato in tutto il mondo».
«Hammershøi è riconoscibilissimo per l’intimismo minimalista dei suoi interni domestici, per l’atmosfera inquieta che si sprigiona da un’apparente calma, per la tavolozza giocata su colori perlopiù tenui, grigi, terrosi, con rarissime accensioni. Il silenzio, la solitudine, l’attesa sono il contenuto della sua ascetica produzione, quintessenza di un preciso modo d’intendere l’arte, la vita, con spirito prettamente nordico».
In questa mostra è esposto un nucleo di suoi capolavori, scelti fra i più rappresentativi ed emblematici. L’obiettivo, quindi, è stato di presentare in maniera organica un congruo numero di opere di Hammershøi – di difficilissimo reperimento – al pubblico italiano. «Dopo le presenze d’inizio Novecento alla Biennale di Venezia (1903 e 1932) e all’Esposizione Internazionale di Roma del 1911, questa è la prima volta che accade in epoca moderna. Non soltanto di ciò si tratta, però; ma di esplorare alcuni precedenti del XVII e del XIX secolo, e di enucleare, attraverso confronti tra i suoi dipinti e quelli di altri artisti a lui contemporanei e della generazione successiva, una poetica, che pone al centro il tema del silenzio. Da qui, poi, il discorso si allarga e, dai pacati interni danesi, arriviamo al motivo delle vedute urbane deserte, dei notturni desolati, dei “paesaggi dell’anima”, delle “città morte”, che tanta fortuna ebbe in Francia, in Belgio e in Italia negli anni in cui visse Hammershøi: un’ulteriore declinazione di quel sentimento sfuggente ed enigmatico, sottilmente angoscioso, che troviamo nella sua produzione».
A Rovigo se ne ha un importante saggio, in una mostra che non si può perdere.
Info: Palazzo Roverella, www.palazzoroverella.com
Vilhelm Hammershøi, Riposo, 1905 Parigi, Musée d’Orsay © RMN-Grand Palais / Martine Beck-Coppola/ Dist. Foto Scala,