IL MONTE RAGOLA IL GIGANTE PLASMATO DAI GHIACCI

Lungo la dorsale spartiacque tra le valli del Nure e del Ceno si erge il monte Ragola, un imponente massiccio ofiolitico dai nudi fianchi che mostrano i segni dell’azione dei ghiacci che lo plasmarono oltre centomila anni fa. L’escursione ad anello prende il via dal Passo dello Zovallo (1410 m.s.l.m.) e ci conduce, attraverso una folta faggeta, al versante orientale, dove si sale su una ripida pietraia molto suggestiva.
La zona sommitale è costituita da una cresta larga e quasi pianeggiante, disseminata di blocchi di roccia, tra i quali si trovano alcuni esemplari isolati di pino mugo. La parte più elevata della vetta tocca quota 1711 metri.
Dalla cima si gode di un panorama eccezionale, che comprende le più alte montagne della val Ceno, sovrastate dall’imponente monte Penna, con il profilo dentellato delle Alpi Apuane sullo sfondo; quindi l’intera testata della val Nure, contornata dai monti Nero, Bue, Maggiorasca, Groppo delle Ali e Crociglia e le vette vicine dei monti Ragolino e Camulara. All’orizzonte è facile distinguere la pianura Padana e l’arco alpino.
L’itinerario prosegue in discesa, tra enormi blocchi di roccia contornati dalla faggeta e alternati a morbidi avvallamenti prativi.
Il versante settentrionale del monte degrada dolcemente nei pascoli di Prato Bure e nella vasta torbiera di Prato Grande, caratterizzata dalla presenza di molte sorgenti dalle quali ha origine il torrente Lardana.
Il percorso di rientro si svolge a mezza costa sul versante settentrionale, tra gli antichissimi circhi glaciali e le tracce di vecchie carbonaie.
Seppur per un brevissimo tratto (inferiore ai 10 metri), il sentiero è leggermente esposto, e dunque NON E’ ADATTO a chi soffre seriamente di vertigini. Si chiede, pertanto, a chi fosse incerto, di chiedere suggerimento alla guida durante la fase di prenotazione.