Legambiente ribadisce che l’Area di Riequilibrio Ecologico del torrente Parma è stata cancellata
Parma - Parma, PR, Italia
Legambiente ribadisce che l’Area di Riequilibrio Ecologico del torrente Parma è stata cancellata e chiede aiuto ai consiglieri comunali e regionali per appurare lo stato dei fatti
Legambiente ritiene utile tornare sulla questione della devastazione compiuta da Aipo sulla sponda destra del torrente Parma tra ponte Stendhal e ponte Dattaro, con la connivenza del Comune di Parma, per ribadire come tale zona non sia più classificata Area di Riequilibrio Ecologico (ARE).
Legambiente afferma questo dopo aver consultato documenti della Regione Emilia-Romagna. Poiché l’Amministrazione Comunale afferma il contrario, asserendo che l’ARE esista ancora in quanto inserita nel PSC, Legambiente invita i consiglieri comunali interessati alla vicenda, sia di maggioranza sia di minoranza, a presentare un’interrogazione a risposta scritta per appurare lo stato dei fatti.
Lo stesso invito è rivolto ai consiglieri regionali, affinché facciano chiarezza.
Purtroppo l’ARE non esiste più nella realtà in quanto, con la LR 24/2011, è avvenuta una completa rivisitazione di questi strumenti di tutela ambientale che devono essere istituiti su proposta degli Enti di Gestione dei Parchi. Dunque il Comune ha nel PSC e nel RUE un'area protetta che non esiste e che, se avesse davvero voluto, avrebbe dovuto chiedere di reistituire all'Ente Parchi di riferimento, pena il decadimento dell'area protetta stessa.
Ciò non è avvenuto, ed i fatti parlano più della carta. O comunque le carte dell’assessorato Urbanistica di Parma sono in collisione con quelle della Regione Emilia-Romagna. Ad un controllo sul sito della RER (http://ambiente.regione.emilia-romagna.it/it/parchi-natura2000/aree-protette/altre-aree-protette/aree-riequilibrio-ecologico) appare evidente come l'area di riequilibrio del torrente Parma non esista più.
Tornando alla ex-ARE del torrente Parma, anche nel merito l’Amministrazione Comunale non sa di cosa sta parlando: scrivere che sia ancora sito di rifugio per specie animali e vegetali ora che è un deserto farebbe ridere se non facesse piangere: davvero un'affermazione imbarazzante.
Per quanto riguarda AIPO ci siamo già espressi: aveva tutte le autorizzazioni per intervenire (fascia A di deflusso delle acque), e lo ha fatto in modo barbaro, inutile ed assurdo, privando la città di verde e bellezza grazie alla solita scusa della sicurezza idraulica. E sinceramente ci si potrebbe inventare qualcosa di meglio nel 2019. Buon anno verde!