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LEONARDO PEDRELLI RACCONTI ANICONICI Personale delle opere recenti

Parma - Galleria Centro Steccata, Strada Garibaldi, Parma, PR, Italia
LEONARDO PEDRELLI RACCONTI ANICONICI Personale delle opere recenti

Inaugurazione / vernissage sabato 13 aprile 17:00 

DURATA ESPOSIZIONE:    13 aprile - 30 giugno 2019 

ORARI:      tutti i giorni festivi esclusi 10:30 - 13:00 / 15.30 - 19:30

    DA “AUTOGESTIONE” AI “RACCONTI ANICONICI”     Katia Golini     Un   ritorno   alle   origini,   in   un   certo   senso.   Un   lungo     viaggio   che   lo   ha   riportato  sulle  tracce iniziali e che     tutto   contiene.   Ha   scelto le   forme   plastiche   per     esprimere il suo senso del bello, Leonardo Pedrelli.  Ma     in   chiave   rinnovata   rispetto   alle   lavorazioni   lignee   e     sagomate che hanno contraddistinto i suoi lavori degli     anni   Settanta.   A   dire   il   vero,   in   origine   erano   gli     acquerelli,   le   matite,   le   chine.   Poi   sono   arrivati     compensati   sovrapposti   e   smaltati.   Quindi   ancora   il     gusto   sopraffino   per   il   disegno:  l'inchiostro,   le     matite,  gli  interventi  a pennarello  e così  via  fino  agli     ultimi anni quando prepotente si è rifatta viva la voglia     di produrre spazi ideali e mobili, geometrie variabili e     forme evolute. Del resto la sua vita è stata dedicata alla     creazione di luoghi  fisici, di  spazi  razionali e belli  da     vedere.     Meglio,   a   questo   punto   andare   con   ordine   e   partire     dall'inizio.      Pedrelli è prima di tutto un architetto.      La   passione   per   l’arte   e   la   pittura   però   lo   ha     accompagnato sempre, fin da ragazzo.   Tra il '59 e il     '63 realizza disegni   con tecniche varie per cui ancora     oggi prova un certo orgoglio. Durante il periodo degli     studi si avvicina al mondo della grafica - realizza anche     bozzetti per il packaging durante la collaborazione con     la   Cartongraf   di   Parma-.   Nel   1967,   realizza   alcuni     lavori   ad   olio   e   partecipa   alla   mostra   collettiva   alla     Galleria Camattini con un olio su compensato dal titolo     "Sardegna".     E'   in   occasione   della   16esima   edizione   del   Festival     universitario   -   siamo   nel   1968,   manca   un   anno   al     conseguimento   della   laurea   in   Architettura   al     Politecnico   di   Milano - che   rompe   gli   schemi   del     passato e  partecipa  alla  collettiva  al  Teatro  Regio di     Parma   con   "Augestione",   complessa   opera   mobile   e     multiforme, concettuale nel titolo più che mai esplicito,     che  segnerà l'inizio   di   una  nuova fase,   che   ritornerà     negli anni della maturità.     Nei primi anni Settanta inizia a lavorare come architetto     e   riesce   a   coniugare   l'attività   professionale   con   la     passione   per   il disegno.  Nel 1972,  per   la   campagna     elettorale delle   elezioni  politiche,  crea  sette  manifesti     per il Movimento Politico dei Lavoratori (MPL) di Livio     Labor,   firmandoli   con   lo   pseudonimo   Felis.   Tali     manifesti sono conservati al Centro Studi Archivio della     Comunicazione   dell'Università   di   Parma   con   sede     nell'abbazia di Valserena a Paradigna.     Con   il   trascorrere   degli   anni   l'impegno   professionale     ruba   spazio   a   quello   artistico   e   lentamente   la     produzione di opere si ferma. Nel 1973 Pedrelli fonda     con gli architetti Ferrari e Uluhogian lo studio "Architetti     Riuniti" che continua ad operare fino al 1977, anno in     cui   lo   studio   viene   sciolto   e   Pedrelli   avvia   l'attività     professionale in proprio.     Riprende l'attività artistica intorno al 2013 e si tuffa di     nuovo nel disegno ma introduce l'utilizzo delle vernici     su   cartone   ondulato.   Crea,   inventa,   lavora   a   nuove     sperimentazioni   spaziali,   senza   curarsi   di   quello   che     succede   intorno.   Tuttavia,   istintivamente,   si   trova     immerso nel panorama nazionale e internazionale.      Nel   2016   l'attività   si   fa   più   intensa   e   Pedrelli     approfondisce quella che lui stesso definisce <la ricerca     della   persistenza   espressiva   tra   forme   dinamiche   e     configurazioni grafiche, pensate come una narrazione     articolata per capitoli raccolti nella mostra sotto il titolo     "Racconti aniconici">.      Si affacciano le prime creazioni in alluminio, allo stato     naturale ma anche verniciato di bianco, di nero, d'oro e     la   produzione   vede   punti   di   contatto   con   correnti     artistiche   novecentesche   a   cui   Pedrelli   si   avvicina     d'istinto.      E ci sono tracce del gusto delle forme <mobili> di Lygia     Clark,   l'artista   brasiliana   che   gioca   con   superfici   in     movimento.      Pedrelli   sfiora   anche   le   ricerche   del   <Gruppo   T>,   il     movimento milanese che per primo chiama in causa lo     spettatore   protagonista   e   artefice   della   forma   finale     dell'opera.     Tanti legami, tanti fili sottili nati spontaneamente, senza     contatti  diretti con nessuno  di  questi  grandi  nomi  del     panorama artistico contemporaneo.     <Con   l'avvicinamento   culturale   all'esperienza   del     Neoconcretismo - spiega Pedrelli - ho sviluppato una     ricerca   nata   dal   bisogno   di   approdare   all'astrazione     geometrica   attraverso   la   combinazione   di   forme     accostando,   incastrando   e   sovrapponendo   elementi     che   conferiscono   alle   opere   un   aspetto   insolito,     fortemente   creativo,   tali   da   inventare   effetti   nuovi,   a     volte   ludici,   a   volte   enigmatici,   attraverso   l'azione     manuale   dell'osservatore   chiamato   a   toccare,   a     spostare o a ruotare le parti mobili dell'opera, nei limiti     che  ne  regolano il  movimento, permettendo perciò di     mutarne   la   forma   e   il   volume   attraverso   una   sua     partecipazione in prima persona>.      In   tutte   queste   opere,   rigorosamente   a   dimensione     quadrata e con utilizzo esclusivo di lastre in alluminio a     vari spessori, smaltati a fuoco in bianco, nero e oro, c'è     qualcosa   che   dalla   geometria   nasce,   ma   che   può     essere   reinventata   attraverso   le   movimentazioni   che     l'osservatore è chiamato ad attuare.     Successivamente   Pedrelli   continua   ad   operare   con     l’utilizzo di lastre in alluminio contorte in un ritorno di     spire  e avvolgimenti organici  o labirintici,  a  volte con     inserimenti   beffardi   che   superano   le   modulazioni   dei     contrari vuoto-pieno, dentro-fuori, negativo-positivo, o a     realizzare artefatti dove i tagli, il colore puro del bianco     e   del   nero,   la   luminosità   della   base   metallica   le

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Pubblicato il 12/04/2019

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