Mostra personale di Antoni Muntadas - Muntadas. Interconnessioni
Bologna

Istituzione Bologna Musei | Villa delle Rose (via Saragozza 228/230, Bologna)
Antoni Muntadas
Muntadas. Interconnessioni
A cura di Cecilia Guida e Lorenzo Balbi
18 gennaio - 22 marzo 2020
Villa delle Rose prosegue l’attività di valorizzazione di artisti attivi
nella scena internazionale proponendo, dal 18 gennaio al 22 marzo 2020, la prima personale
in un’istituzione museale italiana di Antoni Muntadas (Barcellona 1942), dal titolo Muntadas.
Interconnessioni, a cura di Cecilia Guida e Lorenzo Balbi.
Promossa da Istituzione Bologna Musei | MAMbo – Museo d’Arte Moderna di Bologna, in colla
borazione con Artium, Centro-Museo Vasco de Arte Contemporáneo di Vitoria-Gasteiz, Álava,
con la partnership della Fondazione Federico Zeri e il patrocinio del Dipartimento delle Arti
dell'Alma Mater Studiorum Università di Bologna, la mostra segue sul piano temporale la per
sonale allestita nel museo basco d’arte contemporanea dal 4 ottobre 2019 al 12 gennaio 2020.
Le due esposizioni gemelle si differenziano per il peculiare rapporto con gli spazi espositivi.
L’allestimento di Bologna è stato pensato appositamente per la dimensione “domestica” della
settecentesca Villa delle Rose, dando vita a un percorso che favorisce un rapporto intimo con il
visitatore, a partire dall’avvertenza che lo accoglie all’entrata “Attenzione: la percezione ri
chiede impegno”.
Muntadas. Interconnessioni è uno dei Main project di ART CITY Bologna 2020, il programma
istituzionale di mostre, eventi e iniziative speciali promosso dal Comune di Bologna in collabo
razione con BolognaFiere in occasione di Arte Fiera.
La mostra presenta un'analisi trasversale del lavoro dell’artista, che va dai primi anni Settanta
a oggi, stabilendo nuovi campi di significato e relazioni puntuali tra i temi ricorrenti nella sua
ricerca interdisciplinare: la globalizzazione, il capitalismo transnazionale, la nozione di
dispositivo, la relazione pubblico/privato, i rapporti tra monumenti e memoria, le
“microfisiche” del potere, l'interrogazione dell'archivio, i processi della traduzione, la
circolazione delle informazioni, l'immaginario politico veicolato dai media.
Il titolo si riferisce a una frase dello storico dell’arte e dell’architettura Mark Wigley che
definisce l’artista come “una città, piuttosto che una persona, una rete di spazi di scambio che
opera per lunghi periodi, piuttosto che un individuo”, evidenziando il carattere di viaggiatore
nomade e instancabile networker che ha contraddistinto Muntadas nel corso della sua lunga
carriera.
1La ricerca di Muntadas, che con i suoi media landscapes è considerato un pioniere della Media
Art nell’ambito dell’arte concettuale, esplora fin dagli esordi arte, scienze sociali, sistemi di
comunicazione e le loro reciproche interconnessioni. La metafora del paesaggio, secondo
l’artista, descrive come il sistema dei media (giornali, radio, tv, web, canali digitali) crei
scenari diversi da quelli tradizionalmente individuati dalla storia dell’arte come
rappresentazione della natura: si tratta di paesaggi nuovi, determinati dalle tecnologie.
Muntadas, tenendosi a distanza da facili generalizzazioni, lavora per singoli progetti,
analizzando i contesti e adattandosi ad essi secondo un approccio site specific e time specific.
Ciò gli consente di esplorare la complessità del presente e di analizzare in maniera
approfondita le contraddizioni del sistema. Il mezzo che, di volta in volta, meglio si adatta
all’opera non è deciso a priori ma si determina nel corso del processo artistico.
Il percorso espositivo a Villa delle Rose ci mostra come Muntadas sia in grado di spaziare tra
differenti media: fotografia, video, pubblicazioni, web, installazioni e interventi urbani.
I 21 lavori in mostra si pongono come artefatti complessi che, nella relazione con il visitatore,
possono essere attivati generando senso: se le opere degli anni Settanta costituiscono il
background contestuale, quelle recenti portano l’attenzione sulla ricerca attuale, affrontando
questioni sociali, politiche, di comunicazione e smascherando i casi in cui i canali di
informazione spacciano per vera un’oggettività inesistente mentre censurano o promulgano
idee, fino ad arrivare a fenomeni quali le fake news.
Coerentemente con l'attenzione al tema dello spazio pubblico e all’apertura verso il contesto in
cui agisce, Muntadas si apre al dialogo con Bologna attraverso due operazioni, una in un luogo
altro dalla villa, la seconda a partire dalla storia della città.
La prima è uno spazio di documentazione presso la Fondazione Federico Zeri dell’Università di
Bologna (Piazzetta Giorgio Morandi 2), che completa l’esposizione presentando diversi materiali
su tre grandi progetti realizzati dall'artista negli ultimi anni, quali Asian Protocols (2011-2018),
About Academia (2011 e 2017) e La construcción del miedo (2008-2013).
La seconda è un’idea per un intervento pubblico site specific dal titolo On Translation: I
Piedistalli. Il progetto prende spunto da 59 busti di uomini illustri un tempo situati nel Parco
della Montagnola, ritirati a causa di atti vandalici e, dal 1998, conservati nel sottotetto di Villa
delle Rose in attesa di futuri restauri. Nella proposta concettuale di Muntadas non saranno però
le effigi a diventare oggetto dell’opera bensì i piedistalli che le sostenevano, poiché tali
supporti possono essere considerati una metafora del potere nelle sue diverse forme: politico,
culturale, economico, religioso. Il piedistallo, nella sua autonomia di significante portatore di
significato, ricollocato nello spazio pubblico, si fa dispositivo in grado di riattivare un dialogo
storico e culturale con il tessuto della città.
2In occasione di Muntadas. Interconnessioni è stata realizzata una pubblicazione trilingue
(inglese, italiano e spagnolo) per Corraini Edizioni, con testi critici di Beatriz Herráez, Lorenzo
Balbi, Cecilia Guida, Arturo fito Rodríguez Bornaetxea, Roberto Pinto e Gabriel Villota Toyos.
La mostra sarà inoltre accompagnata dall’attività di mediazione del Dipartimento educativo
MAMbo per una migliore fruizione del percorso espositivo da parte del pubblico di ogni fascia
d’età.
Si ringraziano le gallerie Moisés Pérez de Albeniz (Madrid) e Michela Rizzo (Venezia), Marcello
Forin, Teresa Mulet e Andrea Nacach.
Orari di apertura
sabato 18 - domenica 19 gennaio 2020 h 14.00-18.00
lunedì 20 gennaio 2020 chiuso
martedì 21 - mercoledì 22 gennaio 2020 h 14.00-18.00
Informazioni generali:
Villa delle Rose
via Saragozza 228/ 230 | 40123 Bologna
tel. 051 436818 / 051 6496611
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