ORDET – Liliane Lijn: I AM SHE in mostra a Milano
Milano
![ORDET – Liliane Lijn: I AM SHE in mostra a Milano](https://api.nonsoloeventiparma.it/event/5f92d991623264001f926e98.jpeg)
Fino al 14 novembre 2020
mercoledì – sabato, h. 14 – 19
Via Adige 17, Milano
“I AM SHE” è la più grande mostra di Liliane Lijn finora realizzata al di fuori del Regno Unito, con opere dal 1969 ad oggi.
Nel corso degli ultimi sessant’anni, Lijn (americana, vive e lavora a Londra) ha creato un corpus di opere di eccezionale varietà e impatto. La pratica dell’artista è l’esito visivo, sensoriale e plastico delle sue esplorazioni e ricerche intorno a fenomeni corporei e non, elementi macro e microscopici, dentro e intorno a noi, difficili da identificare. Lijn si propone di penetrare e far emergere tali forze invisibili; per quanto la sua ricerca sia solitaria e personale, le opere non sono proiezioni dell’artista, né di alcun ego specifico.
![](https://ecp.yusercontent.com/mail?url=https%3A%2F%2Fmcusercontent.com%2F0e18c571ec7fd3188676849b4%2Fimages%2Fa93a2050-0c17-4148-a520-719b874cfcf3.jpg&t=1603459002&ymreqid=de7abf1f-c70d-55d7-1c1b-46000101bf00&sig=irL6brff49SkM7P.1KaKlg--~D)
Liliane Lijn, I AM SHE, exhibition view, Ordet, Milano, 2020. Courtesy l'artista, Ordet, Milano e Rodeo, London/Piraeus
“Non credo di essere necessariamente un artigiano, forse più un inventore. Penso che sia possibile paragonare la differenza a quella che intercorre tra un ricercatore e un tecnico. Non sono terribilmente interessata a realizzare l’oggetto, ma devo farlo, per poter vedere la mia invenzione”.
Al fine di “vedere” le sue invenzioni, Lijn ha sperimentato con media e materiali a tutto campo e senza freno, in particolare incorporando macchinari, luce e linguaggio nel suo lavoro. Il suo studio a nord di Londra è un luogo di speculazione, ma anche un sito per esperimenti, un centro di ricerca, un laboratorio.
Tra le opere in mostra, Linear Light Column (1969) è un cilindro rotante avvolto in filo di rame smaltato, un tempo il materiale principale utilizzato per le telecomunicazioni. Alle pareti, due grandi pastelli Her Water Self e Inner Bird Portrait e il trittico Transformation of the Bride in the Medusa (1987).
Sul podio è presente una selezione di lavori di dimensioni più ridotte, creati a partire dagli anni ’80. Due esempi di “Beaded Heads”, studi per un nuovo tipo di testa femminile, e di “Torn Heads”, in cui il vetro soffiato è combinato con bronzo, alluminio, piumini e altri materiali. Opere scultoree successive come She Me Skin of the Tree (1999) e Nested Foot (2001) integrano parti corporee riconoscibili – fusioni da calchi del corpo dell’artista stessa.
Nella seconda sala, Feathered Lady (1979) e Heshe (1980) sono stupefacenti nella loro apparenza formale e materiale: alti due metri, questi totem umanoidi sono ambiguamente sessualizzati attraverso l’uso di piumini, corde di pianoforte, fibre sintetiche. Entrambi sono sormontati da prismi per periscopi di carri armati. I prismi sono elementi ricorrenti nell’opera di Lijn: scindono la luce bianca, la dividono nei suoi colori spettrali e rendono visibile l’energia. Accanto alle sculture, la mostra presenta in anteprima la più recente delle invenzioni di Lijn. Nei Catastrophic Encounters (2019-20), vetro fuso viene versato su un composto di metallo di mica chiamato Vapourshield, perturbandone la superficie, gorgogliando come lava, diventando fossile.
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Liliane Lijn, The Bride, 1988, Ordet, Milano, 2020. Courtesy l'artista, Ordet, Milano e Rodeo, London/Piraeus
Avvolta nella penombra, The Bride (1988), una grande scultura performante a tecnica mista, stratifica tecnologia, industria e natura. Racchiuso in una gabbia nera, questo archetipo femminile è una presenza imponente composta di mica legata a resina epossidica, piume di struzzo, vetro soffiato e sfere di cartapesta laccate. Nell’oscurità, pulsa di luce.
“The Bride è un’alterità erotica già contaminata da vapori della morte. The Bride, come un arcobaleno, è un ponte tra due stati dell’essere ... The Bride è un essere in gabbia che pulsa energia repressa.”
“I AM SHE” ha ricevuto il generoso supporto di Nicoletta Fiorucci Russo, Emily King e Matthew Slotover.
info@ordet.org
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Nell'immagine Liliane Lijn, I AM SHE, exhibition view, Ordet, Milano, 2020. Courtesy l'artista, Ordet, Milano e Rodeo, London/Piraeus