Perchè vedere la mostra a Vigoleno "Alla corte della principessa"
Vernasca - Vigoleno

Dal 27 ottobre 2024 al 30 marzo 2025, riaprono le porte dell’Oratorio della Beata Vergine delle Grazie a Vigoleno per la nuova esposizione temporanea, Alla corte della principessa, a cura di Emanuele Franchi e Elisa Gennari e realizzata dall’associazione Hereditas in collaborazione con il Comune di Vernasca.
A cento anni dalla nascita del Surrealismo, la mostra ripercorre una delle opere più enigmatiche e misteriose che Max Ernst realizzò tra gli anni ’20 e ’30 del Novecento, quando Vigoleno era divenuto una corte culturale grazie alla principessa Maria Ruspoli, attirando intellettuali e personaggi del mondo dello spettacolo come mai si era visto fra le colline del Vin Santo.
Le 18 stampe tratte da un’edizione del romanzo per immagini, Une semaine de bonté avvolgono il borgo di mistero, rivelando tutte le fragilità e i vizi della società dei primi del ‘900 in cui visse Ernst che utilizzò la propria arte non per evadere dalla realtà ma poi rappresentarla nella sua interezza e quindi rappresentando tutta quella sfera fatta di sogni e irrazionalità, non contemplata sino ad allora. I collage di Ernst prevalgono su qualsiasi tirannia e ingiustizia proprio perché nascono nella parte più inconscia d libera di noi, ovvero nei sogni, in cui la mente si innalza leggera e vola come un uccello, sopra alle cose terrestri.
Nel 1930, Ernst inventò la figura immaginaria del Loplop, un essere metà uomo e metà uccello, figura emblematica, come una sorta di chimera, alter ego
Dell'artista. Il Loplop stesso, possedendo una natura ibrida, ha molto a che fare con il collage impiegati per le stampe di Une Semaine de Bonté, in cui le immagini appartenenti a diversi campi semantici, vengono accostate tra loro per creare significati nuovi, mai visti prima e in costante trasformazione. I 185 collage vennero realizzati nel 1934, di cui la maggior parte proprio a Vigoleno, mentre Ernst era ospite di Maria Ruspoli, che era divenuta proprietaria del castello.
Per permettere ai visitatori di comprendere l’immaginario di Ernst, fatto di alchimia, mitologia, occultismo e pulsioni e le varie tecniche adoperate dall’artista, come il collage e il frottage, i curatori della mostra, Elisa Gennari e Emanuele Franchi hanno realizzato un video di accompagnamento alla visita e una pavimentazione eccezionale a cura dell’artista Gerardo Minicozzi. I rami del grande albero su cui appollaiati riposano vari uccelli, ci guida e ci confonde allo stesso tempo. Siamo noi a dover scegliere dove andare. L’unica guida restano i giorni della settimana, ai piedi dei vari pannelli, che ci rivelano il giorno a cui i collage sono dedicati. La pavimentazione trasforma l’oratorio seicentesco in unaforesta, come una di quelle della Renania in cui crebbe Ernst e che fecero nascere in lui un sentimento romantico per la natura, matrigna e benigna, minaccia e conforto alla stesso tempo. Quel mistero e attrazione per la natura non abbandonò mai Ernst, che dovette essersi innamorato anche di Vigoleno e dei suoi boschi, al punto da realizzare l’opera chiamata La Foresta imbalsamata, attraverso la tecnica del frottage e del grattage, e che donò alla Principessa. La mostra intende esplorare il legame fra il Borgo e l’artista Max Ernst, con l’obiettivo di valorizzare e divulgare il patrimonio culturale di Vigoleno costituitosi nella prima metà del Novecento.
La mostra è arricchita da un ampia offerta rivolta soprattutto alle scuole del territorio e alle famiglie che potranno esplorare le tecniche del collage surrealista immersi nel castello medioevale che ispirò Ernst per la realizzazione di Une Semaine de Bonté.
Visitabile fino al 30 marzo nei fine settimana durante gli orari di apertura del Mastio di Vigoleno, la mostra ci offre l’occasione di ripercorrere la storia contemporanea del Borgo e di scoprirlo con occhi diversi, che si lasciano incantare dalla forza della fantasia e dell’immaginazione.
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