Piccolo Festival dell'Antropologia della Montagna
Berceto

DOMENICA 30 OTTOBRE – presso Museo Pier Maria Rossi
10,00 – Michele Nori – Pastori a parole

La pastorizia è un sistema insieme antico e postmoderno. Oggi è cambiata la pastorizia e sono cambiati i pastori. Le società di pastori hanno spesso scontato l’incomprensione e la sfiducia delle popolazioni sedentarie, di stampo agricolo o urbano, e dei loro modelli culturali dominanti. Insultati come barbari o romanticizzati come poeti, essi sono stati in verità in genere poco compresi nelle loro strategie. È tempo oggi di riconsiderare la pastorizia come un sistema più che mai attuale, necessario e sostenibile. Con Michele Nori parleremo della crisi della pastorizia e le implicazioni per i territori.
Michele Nori è un socio-agronomo tropicale e una competenza specifica sulla gestione delle risorse e sui sistemi di sussistenza delle comunità agro-pastorali. Integrando pratiche sul campo, ricerca accademica e definizione delle politiche, Michele ha sviluppato una “carriera orizzontale”, basata su oltre vent’anni di collaborazioni in diverse regioni del mondo con numerose organizzazioni, tra cui società civile, agenzie delle Nazioni Unite, istituti di ricerca, imprese agricole e uffici dei donatori. Attualmente il suo impegno presso l’Istituto Universitario Europeo è quello di fornire prove scientifiche efficaci e consulenza politica sugli aspetti dei mezzi di sussistenza agro-pastorali e dello sviluppo rurale attraverso una solida analisi delle realtà e delle pratiche sul campo.
11,30 – Francesco Vietti – Rural Migrantour: patrimonio, migrazioni e turismo nei territori rurali

Il turismo si nutre spesso del mito romantico ispirato dal carattere autentico, remoto, primordiale del patrimonio culturale delle aree di montagna. In realtà, anche se in modo diverso da quanto avviene nelle città, nelle zone rurali e montane il cambiamento culturale è sempre in atto ed è spesso legato a forme di mobilità. Persone venute da lontano, contatti con altre popolazioni, immagini, oggetti e idee in viaggio ci invitano a conoscere e valorizzare le storie di trasformazione, di incontro, di creatività che attraversano confini e distanze. Esploreremo questi temi partendo da una riflessione sul progetto Migrantour, che da oltre dieci anni propone esperienze di turismo responsabile ideate e condotte da cittadini migranti in Italia e in Europa.
Francesco Vietti è ricercatore in antropologia culturale all’Università di Torino. Si interessa di migrazioni, turismo e del nesso tra mobilità e processi di patrimonializzazione. Ha svolto ricerche sul campo nell’Europa orientale (in particolare in Albania e Moldavia) e in contesti insulari del Mediterraneo (soprattutto a Lampedusa). Da molti anni è impegnato in iniziative di antropologia pubblica e applicata, svolgendo tra gli altri incarichi il ruolo di coordinatore scientifico del progetto “Migrantour. Intercultural Urban Routes”. Ha pubblicato i volumi “Il paese delle badanti” (Meltemi 2010), “Hotel Albania” (Carocci 2012) e, con Carlo Capello e Pietro Cingoani, “Etnografia delle migrazioni” (Carocci 2014).
15,00 – Francesco Bravin – Le Cinque Terre, tra poetico e pittoresco

Affrontando il caso specifico delle Cinque Terre, vedremo quali effetti positivi e negativi, previsti e imprevisti, il turismo può portare in piccole comunità. Le Cinque Terre sono infatti una delle più importanti mete turistiche italiane, avendo raggiungo notorietà internazionale in seguito alla nomina UNESCO a patrimonio dell’umanità per via del loro paesaggio terrazzato. Il Parco Nazionale delle Cinque Terre cerca da un lato di tutelare un territorio fragile, ma profondamente antropizzato, e dall’altro di promuovere un turismo sostenibile e consapevole. Una delle strategie principali è il recupero dei terreni incolti e il restauro dei muretti a secco per promuovere la produzione locale di vino, visto come il prodotto più genuino delle attività che hanno plasmato il territorio delle Cinque Terre in un paesaggio terrazzato. Lo sguardo turistico si muove tra le categorie di poetico e di pittoresco, riproducendo lo sguardo quasi coloniale dei primi intellettuali che elessero le Cinque Terre a luogo di villeggiatura.
Francesco Bravin ha conseguito il dottorato di ricerca in antropologia presso l’università di Genova con una ricerca etnografica sul campo alle Cinque Terre, dove si è occupato di studiare le relazioni fra le politiche locali di tutela ambientale e di gestione dei flussi turistici e i discorsi che danno forma all’identità locale delle Cinque Terre, con particolare attenzione al ruolo svolto dai prodotti tipici locali, quali il vino delle Cinque Terre, le acciughe salate e i limoni di Monterosso. E’ presidente e fondatore dell’associazione Antropolis, che a Milano si occupa di divulgazione dell’antropologia culturale anche al di fuori dei contesti accademici, organizzando conferenze aperte al pubblico, di stampo divulgativo e interdisciplinare. All’interno dell’ANPIA coordina la Commissione Scuola ed Educazione, fa parte del Collegio dei Saggi e della Redazione.
16,30 – Chiara Davino – Racconti dal Parco. Il caso del Pollino: tra conflittualità, immaginari e risorse

Attraverso una ricostruzione etnografica delle diverse identità associate al Parco da parte degli attori che lo abitano – comunità e amministrazioni locali, ente parco, turisti –, l’intervento mette in luce come la definizione di “Parco” rappresenti da un lato un’evidente risorsa turistica e dall’altro un luogo di conflitto tra il territorio del Pollino e le comunità che lo abitano. Quali sono dunque i possibili immaginari capaci di generare legami di coabitazione tra le comunità locali e quelle temporanee dei flussi turistici?
Chiara Davino è laureata in Architettura presso l’Università Iuav di Venezia e sta attualmente svolgendo un dottorato in Sociologia e Ricerca Sociale presso il Dipartimento di Sociologia e Diritto dell’Economica dell’Università di Bologna. È membro del gruppo di ricerca del progetto europeo Horizon 2020 Welcoming Spaces, co-fondatrice della piattaforma digitale Assembramenti e del collettivo Reimagining Mobilities. La sua ricerca si situa nelle aree interne del versante lucano del Parco Nazionale del Pollino e mira a indagare gli effetti dei flussi migratori e della presenza di centri di seconda accoglienza in questi territori.
MOSTRE FOTOGRAFICHE
Occitania italiana, un paradosso alpino – di Emiliano Negrini


C’era una volta – a cura di Fausto Accorsi, Cosimo Gigante e Alan Zavaroni


Conservare. Libertà – di Serena Badalassi


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