Presentazione del libro Donne pubbliche. Tolleranza e controllo della prostituzione nell’Italia fascista di Annalisa Cegna
Parma
Presentazione del libro Donne pubbliche. Tolleranza e controllo della prostituzione nell’Italia fascista di Annalisa Cegna
Del fascismo e della sua parabola si è scritto e si scrive tanto. Tuttavia la saggistica e le cronache sul ventennio hanno tralasciato una pratica tutt’altro che di secondo piano: la prostituzione. Sebbene fosse fortemente stigmatizzato, il fenomeno del meretricio ha avuto un ruolo eminente nelle politiche e nella società dell’epoca. E ben lo si evince dalle celebri pagine de ‘’Il bell’Antonio’’ di Vitaliano Brancati. Nella Catania degli anni Trenta gerarchi e ricchi borghesi frequentano il postribolo cittadino per confarsi al mito della virilità. Un’immagine che stride con i saldi valori morali tanto cari al regime ma rappresentativa di come la prostituzione fosse attività integrante – e regolamentata – dalla dittatura di Benito Mussolini. Le case di tolleranza erano considerate dal regime strategiche per il controllo della città oltre che per la gestione dell’ordine pubblico ed entrarvici necessitava un iter complesso. Dopo aver superato una serie di esami e ottenuta l’abilitazione, seguiva un severo tirocinio e apprendistato in un lupanare. Le donne iscritte al Partito nazionale fascista potevano invece accedere più facilmente al mestiere. Interessante notare come il Vaticano tollerasse queste pratiche e che anzi, ogni venerdì ‒ quando i postriboli erano chiusi ‒ vi era un curato che confessava e distribuiva l’eucarestia alle prostitute. Altrettanto stringenti erano le norme igienico-sanitarie: le prostitute erano in possesso di un kit di verifica per prevenire le malattie veneree oltre all’obbligo settimanale di sottoporsi a una visita medica generale. A queste convinzioni ed esigenze si aggiunse, a partire dagli anni Trenta, la necessità di garantire la ‘’sanità della stirpe’’, tanto che la casa chiusa divenne uno strumento importante della politica razziale di Mussolini. Grazie all’utilizzo di documenti e fonti inediti è recentemente stato pubblicato il libro Donne pubbliche. Tolleranza e controllo della prostituzione nell’Italia fascista (Viella, 2024) di Annalisa Cegna, docente all’Università di Macerata e direttrice scientifica dell’Istituto storico di Macerata, che indaga l’impianto legislativo predisposto per amministrare la prostituzione, i percorsi delle donne coinvolte in questa professione, il controllo governativo, le condizioni di vita nelle case chiuse, il loro impatto sulla società civile e sull’esercito. Si avrà modo di parlare di tutto alla presentazione del volume Venerdì 12 Aprile, alle 18, presso la Libreria Feltrinelli di via Farini 17 a Parma. A dialogare con l’autrice le ricercatrici del Centro studi movimenti Margherita Becchetti e Ilaria La Fata.
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