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Visita guidata alla mostra di DE CHIRICO-SAVINIO

Traversetolo - Fondazione Magnani-Rocca
Visita guidata alla mostra di DE CHIRICO-SAVINIO

Il sabato ore 16.30 e la domenica e festivi ore 11.30, 16.00, 17.00, visita alla mostra con guida specializzata; è possibile prenotare via mail a segreteria@magnanirocca.it , oppure presentarsi all’ingresso del museo fino a esaurimento posti; costo € 17,00 (ingresso e guida).

         

   DE CHIRICO E SAVINIO     Una mitologia moderna     Fondazione Magnani-Rocca     Mamiano di Traversetolo - Parma     

    Dal 16 marzo al 30 giugno 2019 la Fondazione Magnani-Rocca ospita una grande mostra dedicata a     Giorgio de Chirico e Alberto Savinio, i «Dioscuri» dell'arte del XX secolo.      I   due   fratelli   hanno   ripensato   il   mito,   l’antico,   la   tradizione   classica   attraverso   la   modernità     dell’avanguardia e della citazione, traslandoli e reinterpretandoli per tentare di rispondere ai grandi     enigmi   dell’uomo   contemporaneo,   dando   vita   a   quella   che   Breton   definì   una   vera   e   propria     mitologia moderna.       La mostra - allestita alla Villa dei Capolavori, sede della Fondazione a Mamiano di Traversetolo     presso Parma – presenta oltre centocinquanta opere tra celebri dipinti e sorprendenti lavori grafici,     in un percorso espositivo che, dalla nascita dell’avventura metafisica, si focalizza su un moderno     ripensamento della mitologia e giunge alla ricchissima produzione per il teatro, documentata anche     da preziosi bozzetti, figurini e costumi per l’opera lirica del Teatro alla Scala di Milano.              I Dioscuri dell’Arte – «Sono l'uno la spiegazione dell'altro» scriveva Jean Cocteau dei due fratelli     de Chirico. Vicinissimi nei primi passi delle rispettive carriere, de Chirico e Savinio lavorano a     stretto contatto nei primi anni parigini. André Breton definiva il loro lavoro “indissociabile nello     spirito”: le visioni concepite da  Giorgio in quegli anni, trovano un corrispettivo letterario nella     poetica del fratello; nonostante il merito sia stato storicamente attribuito al genio di de Chirico, ad     oggi è ormai riconosciuto il ruolo rivestito da Savinio nell’elaborazione dell’estetica metafisica.            L’esposizione – curata da Alice Ensabella, Università di Grenoble, e da Stefano Roffi, direttore     scientifico della Fondazione Magnani-Rocca - si propone di ricostruire criticamente le fonti comuni     dei   fratelli   de   Chirico   al   fine   di   metterne   in   evidenza   affinità,   contrasti   e   interpretazioni   del     fantastico universo che prende forma nelle loro traduzioni pittoriche, letterarie e teatrali.           Giorgio  (1888-1978) e  Andrea  (1891-1952)  de Chirico  –  nascono in Grecia, dove trascorrono     tutta l’infanzia. Figli di un milieu alto borghese e cosmopolita, ricevettero un’educazione solida ed     internazionale, influenzata dal romanticismo e dal nichilismo tedeschi, dall’avanguardia parigina,     dalla cultura classica mediterranea, greca certamente, ma anche profondamente italiana.      Questo particolarissimo imprinting filosofico, artistico e letterario, che forgia le menti dei fratelli de     Chirico nei loro anni di formazione e primi anni di attività, darà come risultato uno dei momenti più     originali e più alti della cultura figurativa italiana del Novecento.           Il viaggio, il mistero del distacco, la struggente commozione del ritorno, gli interrogativi sulla     condizione umana, il richiamo al mito – Nonostante il comune percorso intellettuale, de Chirico e     Savinio dimostrarono fin da giovani caratteri e approcci diversi alla pratica artistica. Savinio, figura     poliedrica, nasce come musicista e compositore, diviene in seguito scrittore e approda alla pittura     solo all’età di trentacinque anni. De Chirico, dalla personalità più decisa e granitica, individua fin     dall’adolescenza la sua strada nella pittura.      Se le opere di entrambi sono caratterizzate da temi di interesse comune come il viaggio, il mistero     del distacco, la  struggente commozione del ritorno, gli interrogativi  sulla  condizione umana, il     richiamo al mito, all’antico, le interpretazioni che i due fratelli ne forniscono non sono le stesse,     approdando spesso a risultati stilisticamente e iconograficamente distanti.      Più freddo,  mentale   e concettuale,   de  Chirico, anche  dopo  la grande stagione metafisica  non     rinuncerà a rappresentazioni ancora impregnate di enigmi, che caratterizzeranno i suoi paesaggi che     richiamano ai miti dell’antichità, cavalli fra le rovine della civiltà greca, gladiatori in procinto di     vivere o morire, autoritratti e ridondanti nature morte.      Gioco   e  ironia  sono   invece   i   cardini   intorno   ai   quali   ruota   l’estetica   di   Alberto   Savinio.   A     differenza del fratello, infatti, Savinio dimostra un’innata capacità di immettere nei profondi silenzi     metafisici la sapiente leggerezza dell’ironia, che si dispiega attraverso una visionarietà fantastica.     Nelle   sue   opere   oggetti   inanimati   ed   esseri   animati   si   uniscono   in   un’unica   rappresentazione     colorata e vivace, nella quale forme umane e animali si confondono e si decontestualizzano, inserite     all’interno di prospettive impossibili e di un’atmosfera improbabile quanto ludica.      Le opere – Le opere provengono da importanti istituzioni quali, fra le altre, la Galleria Nazionale     d’Arte Moderna di Roma, il Mart di Rovereto, la Fondazione Teatro alla Scala di Milano, il Fondo     Ambiente Italiano,  celebri collezioni quali   la Collezione  Barilla  di Arte  Moderna   e  gallerie da     tempo impegnate nella valorizzazione dei due artisti.           Il catalogo – I contributi in catalogo si concentrano sull’approccio dei fratelli alle loro fonti (Nicol     Mocchi), oltre ai rispettivi percorsi nelle varie discipline artistiche in cui si sono confrontati: la     pittura (Alice Ensabella), ovviamente, ma anche il libro d’artista e il teatro (Mauro Carrera), oltre     alle   consonanze   fra   i   ‘Dioscuri’   e   Luigi   Magnani,   creatore   della   Fondazione   (Stefano   Roffi).     Essendo i motivi di ispirazione della costruzione della suddetta mitologia moderna al centro di     questo progetto, due contributi in catalogo si focalizzano su aspetti più specifici dell’iconografia     saviniana (Gerd Roos) e dechirichiana (Daniela Ferrari).     

 Dal 16 marzo al 30 giugno 2019.  Aperto anche tutti i festivi. Orario: dal martedì al venerdì continuato 10-18 (la biglietteria chiude     alle 17) – sabato, domenica e festivi continuato 10-19 (la biglietteria chiude alle 18). Aperto anche lunedì di Pasqua, 25 aprile, 1°     maggio, 2 giugno. Lunedì chiuso (aperto Lunedì di Pasqua).     Ingresso: € 12,00 valido anche per le raccolte permanenti - € 10,00 per gruppi di almeno venti persone -  € 5,00 per le scuole.      Informazioni e prenotazioni gruppi: tel. 0521 848327 / 848148  info@magnanirocca.it  www.magnanirocca.it         Il sabato ore 16.30 e la domenica e festivi ore 11.30, 16.00, 17.00, visita alla mostra con guida specializzata; è possibile prenotare via     mail a  segreteria@magnanirocca.it  , oppure presentarsi all’ingresso del museo fino a esaurimento posti; costo € 17,00 (ingresso e     guida).     Mostra e Catalogo (Silvana Editoriale) a cura di Alice Ensabella e Stefano Roffi,     saggi in catalogo di Nicoletta Cardano, Mauro Carrera, Alice Ensabella, Daniela Ferrari, Magdalena Holzhey, Nicol Mocchi, Stefano     Roffi, Gerd Roos.     Ufficio Stampa: Studio ESSECI, Stefania Bertelli  gestione1@studioesseci.net  tel. 049 663499     La mostra è realizzata grazie al contributo di:      FONDAZIONE CARIPARMA, CRÉDIT AGRICOLE ITALIA.     Con la collaborazione di AXA XL Art & Lifestyle, parte di AXA XL, divisione di AXA, e di Aon     Media partner: Gazzetta di Parma.     Sponsor tecnici: Angeli Cornici, Cavazzoni Associati, Fattorie Canossa, Società per la Mobilità e il Trasporto Pubblico.

 

 

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Fondazione Magnani-Rocca
Pubblicato il 19/03/2019

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