A vin di bene, il vino prodotto in Oltretorrente a fine di bene

Il vino è prodotto dall’ultima “vigna” superstite dell’Oltretorrente, per essere precisi si tratta di un pergolato composto da una decina di piante, non si sa come sopravvissute , data l’età centenaria, nel cortile interno di un edificio in Viale Villetta. Si è certi che le viti siano ultracentenarie perché Antonio Mascolo, il proprietario della casa con la vigna, sì proprio lui il fondatore dell’edizione di Parma di Repubblica, ha una foto datata 1913 in cui si vede la vigna. Una volta qui c’era la campagna ed era tradizione avere le piante di vite per farsi il vino in casa.
Nel 2004 Antonio Mascolo decide che quell’uva deve avere uno scopo oltre a quello di finire a tavola ed ecco l’idea di creare un vino , ma non un vino qualunque ma un vino a fin di bene per aiutare Suor Donatella e il suo Baby Hospital di Betlemme che cura che bambini sia israeliani che palestinesi
Antonio Mascolo parla del suo progetto agli amici e finalmente nel 2013 escono le prime bottiglie etichettate,”A vin di bene”.
Antonio Mascolo all’inizio è più bravo a fare il giornalista che l’enologo e così le prime bottiglie sono un mezzo disastro, ma con l’esperienza la qualità del vino migliora, diventando l’ideale con i piatti del territorio grazie anche alle varietà delle viti che compongono il vino Lambrusco e Malvasia e Termarina nera, l’antica varietà di uva rossa ad alto contenuto zuccherino, presente solo nel parmense
Il vino viene prodotto “in casa” ovvero nel garage dove c’è il contenitore iil tino in acciaio inox per la fermentazione e in cantina avviene l’imbottigliamento. Dalle 150 bottiglie annue siamo arrivati 450 grazie a innesti fatti a Rivalta grazie a Mauro Ziveri
Il vino prodotto gira, segue percorsi tutti suoi, ospitato in piccoli negozi di quartiere, viene regalato, omaggiato, diventa quasi un bootleg enologico da avere.; il vino gira così tanto che a Suor Donatella sono arrivati tutti i 100.00 euro (cifra raggiunta anche grazie all'asta di foto fatta anni fa a Teatro Due)
Foto di Valentina Pecorari Pirouette.