"Arnaldo e Stefano. GLI SPAGNOLI A PARMA" mostra a Parma
Venerdì 19 settembre 2025 - Domenica 18 gennaio 2026
Parma

GLI SPAGNOLI A PARMA: DAL 19 SETTEMBRE ALL’APE PARMA MUSEO,
RETROSPETTIVA DI ARNALDO E STEFANO SPAGNOLI, PADRE E FIGLIO, PITTORI ATTIVI SULLA SCENA ARTISTICA PARMIGIANA.
Promossa da Fondazione Monteparma, l’esposizione sarà aperta fino al 18 gennaio 2025.
Con la mostra Arnaldo e Stefano. Gli Spagnoli a Parma, visitabile all’APE Parma Museo (Strada Farini, 32/a) dal 19 settembre al 18 gennaio,
Fondazione Monteparma rende omaggio a due importanti artisti parmigiani, padre e figlio, valorizzandone la sensibilità culturale e, al contempo, mettendo in rilievo le distinte visioni artistiche: da una parte, la dolcezza post-impressionista di Arnaldo, dall’altra, la libertà espressiva e anticonformista di Stefano.
Libertà che si rispecchia proprio nell’inusuale proposta espositiva da lui curata insieme a Maria Cristina Soldati, che non mancherà di sorprendere per il vorticoso susseguirsi di trovate, capaci al contempo di far sorridere e riflettere, trasformando la visita in un’esperienza “artisticamente” imprevedibile.
Artista poliedrico, decoratore, insegnante e promotore culturale, Stefano Spagnoli (Parma, 1946) ha attraversato decenni di fervente attività creativa con uno spirito profondamente indipendente. Si definisce “fabbricante di figure” e da sempre rifiuta le logiche commerciali dell’arte privilegiando la sincerità del gesto creativo. Fondatore della celebre rassegna Mercanteinfiera, che ha consacrato il termine“Modernariato”, neologismo oggi inserito nella Treccani, è stato anche assessore alla Cultura del Comune di Parma (1998-2004), in un arco temporale che lo ha visto attivamente impegnato nella realizzazione di importanti iniziative come le celebrazioni del Centenario Verdiano (2001) e la grande mostra su Parmigianino e il manierismo europeo (2003).
La sua pittura, nutrita da una cultura visuale ricchissima e da un’ironia pungente, è stata esposta in prestigiosi spazi in Italia e all’estero, da Parma a Torino, da Varese aSanta Monica, fino al Museo di Cultura Italiana di San Francisco. Di lui hanno scritto, tra gli altri, Attilio Bertolucci, Arturo Carlo Quintavalle, Roberto Tassi, Edoardo Sanguineti e Piero Fornasetti. Ispirato da importanti artisti quali Paul Klee, George Grosz, Otto Dix, Alberto Burri, Fausto Melotti ma anche Marcel Duchamp e Kurt Schwitters, Spagnoli nella sua lunga attività ha sempre continuato a sperimentare con grande immaginazione le possibili valenze del linguaggio artistico, scomponendo e ricomponendo forme, oggetti, significati.
Il lavoro di Stefano, eclettico e libero, rifugge ogni etichetta, affondando le radici nei canoni antichi del “piacere del fare”, in netta controtendenza rispetto al mercato. La sua produzione – circa ventimila opere in sessant’anni di carriera – non è mai seriale, mai ossessionata da uno stile. Secondo l’artista, è la materia che determina l’unicità dell’opera: nelle sue creazioni, carta, vetro, sabbia, legno, resine, pigmenti e perfino oggetti sono combinati tra loro in un ciclo potenzialmente infinito di rappresentazione.
Padre di Stefano e figura tanto appartata quanto solida, Arnaldo Spagnoli (Parma,1906-1989) è stato un pittore silenzioso e rigoroso. Con una forte vocazione artistica fin da bambino, nel corso della sua formazione accademica ha incontrato maestri come Paolo Baratta e Latino Barilli, stringendo poi amicizia con altri importanti artisti come Piero Furlotti, Carlo Mattioli, i fratelli Bandieri, Renato Vernizzi, Otello Bernini. Internato a Wietzendorf per due anni, in compagnia di altri ufficiali italiani come Giovannino Guareschi, si salvò facendo ritratti ai suoi carcerieri. Tornato nella pianura della casa paterna e della sposa, Arnaldo ritrovò nelle delizie appaganti del post-impressionismo magico un poco della dolcezza del vivere, irrimediabilmente ferita dalla guerra.
Uomo di poche parole e riservato, ha trasmesso l’amore per l’arte attraversol’esempio. Con la sua inseparabile motocicletta e la cassetta degli attrezzi, Arnaldovisse la pittura come una pratica quotidiana, quasi rituale, fatta di silenzi, acquaragiae tabacco. Non amava critici e mercanti, motivo per cui non espose di frequente – mai oltre Milano - e non fu molto recensito.
Tra le sue opere più significative, i quadri dipinti in Africa e nei manicomi, da lui frequentati al seguito del fratello psichiatra, oltre alla produzione riguardante laquotidianità e gli incontri nel campo di concentramento. Numerosi sono inoltre iquadretti raffiguranti scorci cittadini, nevicate, nature morte e casolari che ancoraoggi si trovano in tante case parmigiane, a testimonianza dell’ampio apprezzamento per la sua pittura.
La retrospettiva dei due artisti racconta quindi l’incontro tra due epoche e duesensibilità molto diverse, in un dialogo tra generazioni che trova nel linguaggiopittorico un terreno comune e fertile, richiamando un’operazione che FondazioneMonteparma aveva già sperimentato con successo nel 2022 con la mostra “IO TU IO.
Un secolo di ritratti”, dedicata agli artisti, padre e figlio, Renato e Luca Vernizzi.
Il volume di MUP Editore che accompagna la mostra, arricchito dai contributi diimportanti intellettuali, amici artisti e scrittori, è anch’esso opera dell’artista StefanoSpagnoli, e ne riflette pienamente l’estro e la vivacità culturale. Oltre alle creazionifotografiche, curate da Paolo e Alessandro Candelari e Lucio Rossi, la pubblicazionecontiene racconti e testimonianze di quanti hanno conosciuto e frequentato Arnaldoe Stefano, contribuendo così a divulgare la conoscenza dei due Spagnoli ben oltre la città d’origine.
Informazioni mostra:
Titolo: Arnaldo e Stefano. GLI SPAGNOLI A PARMA
Sede: APE Parma Museo, Strada Farini 32/a, 43121 Parma
Date: 19 settembre 2025 – 18 gennaio 2026
Orari di apertura: dal martedì alla domenica, ore 10.30 – 17.30
Promossa da: Fondazione Monteparma
Contatti: tel. 0521 2034 info@apeparmamuseo.it
Sito web: www.apeparmamuseo.it
Sito web: www.stefanospagnoli.it
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