Festival della Pace 2023 a Parma
Parma

Al via la seconda edizione del Festival realizzato da Casa della pace con il Comune di Parma e in collaborazione con Rete Italiana Pace e Disarmo. Dal 9 ottobre
Dal 9 ottobre al 7 dicembre venti appuntamenti per affermare il diritto a un’informazione libera e obiettiva; per delineare quali politiche siano necessarie per riportare la pace in Europa; per conoscere quanto sta accadendo in paesi più lontani (Congo, Myanmar, Palestina) e per ascoltare le testimonianze di guerra dai rifugiati che sono presso di noi; per proporre la realizzazione di un Ministero per la Pace e nei comuni la diffusione degli Assessorati per la pace, coinvolgendo le amministrazioni locali; per ribadire l’attualità di don Primo Mazzolari e don Lorenzo Milani; per chiedere che l’Italia ratifichi il Trattato Onu per l’eliminazione delle armi nucleari; per denunciare gli effetti delle armi all’uranio impoverito, vietate e tuttavia ancora usate; per analizzare la connessione del rifiuto della guerra con la difesa dell’ambiente; per scongiurare il bellicismo e il razzismo ricordando la nostra Costituzione e la Dichiarazione dei diritti umani, pure legge del nostro Stato, che afferma che ogni essere umano è titolare di tutti i diritti e ci richiede di agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza.
9 ottobre, ore 18.00: ABBIAMO IL DIRITTO DI CONOSCERE LA VERITÀ, SOSTENIAMO LA LIBERAZIONE DI JULIAN ASSANGE Presso Sala Conferenze Missionari Saveriani, Viale San Martino n.8, si svolgerà un incontro in sostegno della liberazione di Julian Assange per riflettere sulla libertà di stampa e di pensiero, con partecipazione di Riccardo Noury, Direttore di Amnesty Italia e di Vincenzo Vita, politico e giornalista per “il manifesto”. Gianluca Foglia (Fogliazza) modererà gli interventi.
24 novembre, ore 18.00: LA GUERRA INFINITA. LE CONSEGUENZE DELL'URANIO IMPOVERITO Incontro con la giornalista Maria Elena Scandaliato, che ci presenterà la sua inchiesta sul disastro ambientale e sanitario dei bombardamenti Nato e sulle conseguenze dell’uso delle armi all’uranio impoverito, utilizzate anche in Europa. L’evento si svolgerà presso Sala Conferenze Missionari Saveriani, Viale San Martino n.8
28 novembre, 16.00– 18.30: RICORDIAMO DON LORENZO MILANI, ASCOLTANDO “L’OBBEDIENZA NON È PIÙ UNA VIRTÙ” Nel quadro dell’Assemblea Provinciale annuale del servizio civile, prosegue un cammino di obiezione di coscienza che anche oggi rimane vivo grazie al servizio civile universale. L’evento vedrà una lettura a più voci di obiettori di coscienza della lettera “L’obbedienza non è più una virtù”, con una presentazione del contesto in cui nacque lo scritto e vari interventi di giovani in servizio civile, per attualizzare il messaggio di Don Lorenzo Milani. L’evento si svolgerà presso Sala Assistenza Pubblica, Viale Gorizia n.2/A
7 dicembre, ore 9.00-13.30: GUERRE DEL CLIMA E DISARMO ECOLOGICO: ROMPERE IL CIRCOLO VIZIOSO TRA CONFLITTI, MIGRAZIONI FORZATE E RAZZISMO AMBIENTALE Il Convegno propone di riflettere sulle profonde connessioni tra cambiamento climatico, conflitti e migrazioni, provando a gettare una luce, al contempo culturale e politica, sulle responsabilità del Nord globale e sulle possibili piste da intraprendere per rompere il circolo vizioso in cui siamo tutti intrappolati. Il cambiamento climatico è al contempo causa e prodotto di enormi squilibri tra il Nord e il Sud del mondo. Molti dei conflitti contemporanei intrecciano cause differenti, non ultime quelle che riguardano l’accesso alle risorse e alle materie prime, sempre più preziose, in contesti in cui gli effetti del cambiamento climatico stanno rendendo ancora più difficile la sopravvivenza. In queste dinamiche, aumenta il numero di migranti costretti a lasciare le proprie terre per un insieme di cause che combinano l’insicurezza connessa ai conflitti all’insicurezza provocata dalle avverse condizioni dell’ambiente. Inoltre, il perdurare dei conflitti e le ricadute ambientali da questi provocate rendono ancora più impervia la possibilità di un ritorno, anche quando desiderato. Queste dinamiche interrogano profondamente paesi come l’Italia che sono implicati direttamente o indirettamente in conflitti e espropriazione di risorse in luoghi anche lontani, contribuendo al contempo con le proprie economie e i propri stili di vita ad accelerare il cambiamento climatico e le sue conseguenze, senza assumersi nessuna seria responsabilità di protezione e accoglienza verso chi fugge da quei contesti. Un vero disarmo ecologico non può che prendere le mosse da queste consapevolezze, rinunciando a ogni semplificazione e scorciatoia. Il convegno è organizzato da Università degli Studi di Parma e CIAC Onlus, con La civiltà dell’accoglienza. Università Aula K4, via Kennedy n.6