Giorgio Gandini Del Grano, una nuova acquisizione per il Complesso monumentale della Pilotta - Chiusura mostra
Parma - Palazzo della Pilotta

Dal 7 dicembre 2024 al 29 gennaio 2025
Giorgio Gandini del Grano
La città di Parma presentata alla Vergine,
dipinto recentemente acquisito dal Museo,
sarà protagonista di una mini mostra dossier dedicata
al pittore del Cinquecento parmigiano.
Quattro delle otto opere oggi attribuite a Giorgio Gandini del Grano (1500?-1538) compongono l’inedita mostra sul protagonista della cosiddetta “Scuola di Parma”, ovvero quei pittori ritenuti seguaci di Correggio e di Parmigianino.
Al centro del progetto il dipinto La città di Parma presentata alla Vergine, tavola lignea recentemente acquistata dalla Pilotta, insieme a una sua copia, grazie ai fondi della Direzione Generale Musei.
A lungo trascurato dalla storiografia artistica, di Gandini del Grano oggi apprezziamo le opere di grande complessità compositiva, che risentono dell’influsso di Correggio e Parmigianino con rimandi alla cultura nordica e agli stimoli della Maniera Moderna.
Dal 7 dicembre 2024 al 29 gennaio 2025, il Complesso monumentale della Pilotta di Parma presenta una mini mostra dossier dedicata a Giorgio Gandini del Grano (Parma, 1500? – maggio 1538), protagonista nel XVI secolo della cosiddetta “Scuola di Parma”, ovvero quel gruppo di pittori considerati seguaci di Correggio e di Parmigianino.
L’esposizione, che raccoglie quattro delle otto opere oggi conosciute dell’autore, ruota intorno a La città di Parma presentata alla Vergine (1530-35) - tavola lignea recentemente acquistata dal Museo grazie ai fondi della Direzione Generale Musei dalla Galleria Carlo Orsi di Milano, insieme a una sua antica copia (giunta in dono dallo stesso Carlo Orsi) - in dialogo ideale con altri tre suoi dipinti esposti nell’ala del Manierismo della Galleria Nazionale.
L’opera La città di Parma presentata alla Vergine, una volta attribuita a Correggio per via delle evidenti similitudini stilistiche e del probabile rapporto professionale intercorso tra i due, si compone di sedici figure, una diversa dall’altra per postura, movimento e gestualità, come del resto è nel pieno stile di Gandini del Grano, che della dinamicità e delle scene affollate ha fatto la propria cifra distintiva. La posizione apparentemente casuale dei personaggi, in realtà un’asimmetria compositiva volutamente ricercata, accentua infatti la ricchezza caotica della sua pittura.
Mettendo ordine e analizzando i personaggi, Parma è rappresentata dalla figura femminile inginocchiata, con ai piedi lo scudo e le armi, mentre viene presentata alla Vergine con il Bambino dai due protettori della città: Sant’Ilario, il vescovo con il pastorale, e San Tommaso, di spalle e inginocchiato.
In basso a destra, sempre inginocchiato, il beato Bernardino da Feltre, riconoscibile per lo stemma del Monte di Pietà; più in alto, da sinistra, san Rocco, (con la conchiglia del pellegrino), santa Elisabetta con san Giovanni Battista bambino, la testa velata di bianco che rappresenta l’Università di Parma, santa Caterina d’Alessandria e, ancora più in alto, san Sebastiano con le frecce in mano.
Insieme al lavoro, che rappresenta forse l’apice della produzione del pittore, in mostra i tre dipinti già presenti nella collezione della Galleria Nazionale. Si tratta in primo luogo della pala con la Sacra Famiglia con i Santi Michele Arcangelo, Bernardo da Chiaravalle e Angeli, proveniente dalla chiesa parmigiana di San Michele all’Arco, che rappresenta la scena tutta in primo piano, secondo una complessa articolazione spaziale dei personaggi stretti in un serrato dialogo di gesti e sguardi. Il modellato morbido e la dolce intimità espressa nel gruppo centrale attorno alla Sacra Famiglia evidenziano i debiti di Gandini verso il Correggio, ma allo stesso tempo lasciano trasparire il suo interesse per una pittura più vicina a esperienze nordiche, soprattutto nel paesaggio, e rimandi alla pittura di Parmigianino nelle pose eleganti e sinuose di san Michele e dell’angelo in primo piano.
Segue la tela con la Madonna col Bambino, san Giovannino e le Sante Maria Maddalena ed Elisabetta, che reca la data 1529, unico vero riferimento cronologico della produzione gandiniana, ed è resa particolarmente interessante dalla presenza del testo del Magnificat sul libro tenuto aperto da San Giovannino, che Gesù Bambino indica guardando la Madonna. Evidenti i riferimenti al Correggio, individuabili soprattutto nella composizione e in alcuni particolari quali lo sgambettante Gesù Bambino, molto vicino a certi angeli efebici nella cupola della cattedrale di Parma.
E infine la Madonna che allatta il Bambino, san Giovannino e le Sante Maria Maddalena ed Elisabetta, le cui analogie di soggetto e dimensioni con il dipinto precedente hanno fatto supporre un’unica committenza. Caratterizzata dalla struttura compositiva circolare, gli sguardi e i gesti carichi di affetto dei soggetti convergono tutti verso il Bambino, un’ulteriore eco correggesca che si evidenzia, in particolare, nella posa del Battista, nel gesto amorevole e affettuoso tra la Maddalena e Gesù, così come nelle fisionomie di ogni personaggio.
I restanti quattro dipinti attribuiti a Giorgio Gandini del Grano e arrivati fino a noi sono il Matrimonio mistico di Santa Caterina, della collezione del Conte di Yarborough a Brocklesby Park, nel Lincolnshire, Inghilterra; il Riposo durante la fuga in Egitto, ora nella collezione del Sinebrychoff Art Museum in Finlandia, la Vergine col Bambino e due angeli della Daniel Katz Gallery di Londra e infine l’unica altra pala di Gandini, la Madonna con Bambino, San Giovannino, San Cristoforo e San Michele Arcangelo, della Galleria Palatina di Palazzo Pitti, Firenze.
BIOGRAFIA
Giorgio Gandini del Grano è un artista parmigiano ancora piuttosto misterioso. Il suo catalogo di dipinti si limita a sole otto opere, due pale d’altare e sei dipinti di piccolo formato, mentre a lui è ricondotta una vasta produzione di disegni, di altissima qualità. Allievo e collaboratore del Correggio, Gandini creò opere di grande complessità compositiva, che risentono dell’influsso di Correggio e Parmigianino con rimandi alla cultura nordica e agli stimoli della Maniera Moderna. L’artista dovette essere identificato anche come un ideale erede del Correggio stesso, tanto che alla morte del maestro, nel 1534, a Giorgio fu chiesto di decorare l’abside e il presbiterio del duomo cittadino: impresa che alla morte di Gandini, nel 1538, non era stata ancora avviata.
Giorgio Gandini del Grano
Parma, Complesso monumentale della Pilotta
Dal 7 dicembre 2024 al 29 gennaio 2025
Orari:
Dal martedì alla domenica
10.30 – 19.00 (ultimo ingresso alle ore 18.00)
Non sono previste fasce orarie
Chiusura settimanale: lunedì
Biglietti:
Intero: 18 €
Ridotto Gruppi: 14 € (gruppi di adulti 10-30px)
Ridotto dai 18 ai 25 anni: 2 €
Il biglietto è comprensivo della visita dei musei del Complesso monumentale della Pilotta (area monumentale Museo Archeologico, Teatro Farnese, Galleria Nazionale, Biblioteca Palatina e Museo Bodoni).
Complesso monumentale della Pilotta
Piazza della Pilotta, 15 | Parma
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