«Ottantanove», miti e simboli delle rivoluzioni mancate al Teatro al Parco
Parma - Teatro al parco

5 febbraio: al Teatro al Parco «Ottantanove» di Frosini/Timpano, miti e simboli delle rivoluzioni mancate
Dal 1789 al 1989, dalla Rivoluzione Francese al crollo del Muro di Berlino, Elvira Frosini e Daniele Timpano, premio Speciale Ubu 2021, indagano tra ironia e provocazione i simboli e l’identità dell’Occidente all’origine della attuale crisi della democrazia
Cosa rimane della Rivoluzione Francese 230 anni dopo? La domanda è al centro di «Ottantanove», lo spettacolo in scena al Teatro al Parco sabato 5 febbraio alle 21 nell’ambito delle stagione 2021/2022 del Teatro delle Briciole Solares Fondazione delle Arti. Elvira Frosini e Daniele Timpano, autori, registi e attori della scena contemporanea, vincitori del premio Speciale Ubu 2021 per il progetto “In Differita”, affiancati per la prima volta in scena da Marco Cavalcoli, con la loro scrittura affilata e spietatamente ironica sono ancora una volta pronti a scandagliare l’apparato culturale occidentale con tutti i suoi simboli e le sue retoriche fino ad arrivare all’osso dei suoi miti fondativi. Passato e presente, storia francese e storia italiana si sovrappongono sul palco in un percorso volto a mettere in crisi le nostre vite “democratiche” e l’immaginario legato al concetto di rivoluzione. Lo spettacolo, che ha ricevuto la menzione speciale “Franco Quadri” nell’ambito del Premio Riccione 2019, è prodotto dal Teatro Metastasio di Prato.
«Ottantanove non vuole raccontare una storia, o la Storia – spiegano Frosini e Timpano -, ma immergersi in un mito fondativo, nei materiali culturali che lo hanno prodotto e che questo ha prodotto a sua volta. L'attuale crisi della Democrazia vista in rapporto con la Rivoluzione francese e con il 1989, la fase che apre la nostra epoca, oggi che il concetto stesso di rivoluzione sembra aver perso concretezza, anche se non un suo fascino rétro». In che senso la Rivoluzione Francese si collega alla attuale crisi della democrazia? «Le nostre democrazie, l'Europa di oggi, tutto il mondo in cui viviamo – argomentano gli autori e attori - è stato fondato allora. Il nostro è quindi uno sguardo dall'Europa, che è un'entità contraddittoria, in evidente crisi politica e democratica, ma che continua a proclamare come suoi fondamenti identitari i diritti civili, la sovranità popolare, la cittadinanza, le libertà di stampa, riunione, culto, associazione, la democrazia. Concetti nati durante la Rivoluzione e in essa già traditi, ancora oggi sbandierati e utilizzati in qualunque discorso pubblico europeo, nonostante suonino ormai svuotati di senso, di sostanza, come gusci vuoti lasciati sulla spiaggia».
In continuità con i lavori precedenti, in cui Frosini e Timpano hanno affrontato temi che riguardano la storia e l'identità italiana con testi come «Dux in scatola», «Risorgimento Pop» e «Aldo morto» (che compongono la trilogia «Storia cadaverica d'Italia»), il colonialismo italiano e la sua eredità di razzismo nel pensiero occidentale in «Acqua di colonia», anche per «Ottantanove» hanno attraversato un'infinità di materiali culturali - dalla letteratura alla storiografia, alla musica, alla canzone, al cinema, alla pubblicità – ricuciti, rielaborati ed immersi senza soluzione di continuità all'interno di un progetto drammaturgico originale. Così, nel testo confluiscono, accanto a materiali biografici personali e ad una scrittura immersa nel presente, più quotidiana e più dialogica, la prosa settecentesca di Vittorio Alfieri, Foscolo e Sografi, la “démesure” ottocentesca di Victor Hugo, la tensione politica novecentesca di Peter Weiss e Federico Zardi.
«Senza voler rintracciare una singola, univoca versione della Storia, ogni nostro lavoro ha sinora messo in connessione le retoriche con la nostra identità, la nostra storia personale, le cose che abbiamo letto e conosciuto, accendendo una riflessione sulla nostra realtà. Sulla scena gli attori-autori sono sempre in dialogo con il pubblico e in bilico tra mitologie contemporanee e culturali, topoi storici, in un gioco di scivolamenti spiazzanti che dissacrano tutte le retoriche senza fare sconti, neanche a noi stessi».
Biglietti 12/6 euro. Info e prenotazioni 0521 992044, biglietteriabriciole@solaresdellearti.it.
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