Perchè vedere la mostra ANTONIO LIGABUE, i misteri di una mente, a cura di Annalisa Airò
Roma, RM, Italia

Ligabue, una nuova prospettiva
Venerdì 27 è stata presentata presso il Museo Storico della Fanteria a Roma, la mostra ANTONIO LIGABUE, i misteri di una mente, che sarà aperta al pubblico dal 28 settembre al 12 gennaio.
E’ molto interessante la nuova prospettiva in cui sono inserite le opere in mostra che attraverso le vicissitudini dell’esistenza dell’artista e la sua vita travagliata, come mostra la biografia ben delineata all’inizio della mostra, ci porta a compiere un viaggio all’interno dell’uomo e della natura. Infatti a ben 60 anni dalla morte dell’artista, non è ancora stata trovata una sua collocazione all’interno dei vari movimenti artistici, definendolo da naif a espressionista.
La mostra è divisa in 5 sezioni: Animali da cortile, Animali selvaggi, Cani, Animali da bosco, Autoritratti, fiori e campagne. E’ evidenziata quindi l’importanza della natura e del mondo animale che veniva rappresentato ossessivamente dall’artista in opere che ne rispecchiano il tumulto interiore, la fragilità in una sorta di immedesimazione tra la condizione psicologica di Ligabue e dell’uomo in generale, secondo lui, ed il mondo animale con la sua violenta natura.
Sono molto interessanti le parole di Ligabue: “Mi dicono che sono sporco, pazzo, irresponsabile e analfabeta. Solo perché non seguo la massa degli obbedienti, non ascolto i proclami del potere, non mi drogo con la televisione, non mi faccio prendere per il culo dai politici e tanto meno dai giornalisti. Mi dicono che non valgo nulla, come se il valore fosse dato dall’obbedienza, dal silenzio della violenza, dal mettersi in ginocchio davanti ai governanti… E allora io rispondo: Se questo è il vostro valore, allora io sono ben lieto di non valere nulla, di essere un semplice pazzo, analfabeta senza valore”. Questa citazione è illuminante per comprendere l’uomo e la sua opera e ne fa un rivoluzionario/anarchico ante litteram.
La mostra racconta come la storia personale di alienazione e sofferenza di Ligabue sia profondamente intrecciata con la sua produzione artistica e la biografia dell’artista è cruciale per comprendere la profondità emotiva e la ricchezza simbolica della sua opera. Gli animali rivestono un ruolo centrale e simbolico della lotto uomo-natura ed assumono un significato nuovo le numerose sculture raccolte, tutte rappresentanti animali. Una novità per le mostre di Ligabue per il quale “gli animali non sono semplici soggetti ma portatori di significati profondi, evocando emozioni e riflessioni sull’esistenza umana e risuonano con la stessa forza simbolica che troviamo nei dipinti rupestri preistorici, dove gli animali erano intermediari tra l’umano e il divino, tra il reale e il soprannaturale”, dice la curatrice Micol Di Veroli.
Nonostante la sua vita travagliata, Ligabue lavorava con meticolosità e studio dei colori, spesso in isolamento, usando una varietà di materiali e tecniche per ottenere gli effetti desiderati, utilizzando il colore in maniera pregnante, con tonalità vivaci e contrasti audaci che davano vita ai suoi soggetti. La sua opera è stata oggetto di riconoscimento e apprezzamento in maniera incostante ed egli fu spesso frainteso in quanto la sua arte veniva oscurata dalla sua tumultuosa vita personale. Tuttavia, negli anni recenti la sua visione unica e la profonda intensità emotiva della sua opera hanno ricevuto un crescente apprezzamento. “Antonio Ligabue ci dà una visione profonda e immediata del rapporto tra esseri umani e animali e attraverso le sue vivide rappresentazioni del mondo naturale sfida gli spettatori a vedere oltre la superficie, a riconoscere le profonde connessioni emotive e simboliche che ci legano ad altre forme di vita. La sua opera, radicata nelle sue esperienze di sofferenza e isolamento, trascende il personale per parlare a temi universali di empatia, identità e interconnessione di tutti gli esseri. Grazie a Ligabue guadagniamo un’idea di un mondo in cui i confini tra umano e animale, sé e altro, sono fluidi e dinamici. La sua arte ci invita a riconsiderare il nostro posto nel mondo naturale, un potente promemoria della bellezza e complessità del mondo che ci circonda”, osserva la curatrice e queste sono le emozioni che effettivamente la visione delle opere esposte in questa mostra ci stimola.
Annalisa Airò