Teatro Due: stagione 2023
Parma - Teatro Due
L’ESPERIMENTO di Monica Nappo – dal 12 al 16 aprile;
L’ISTRUTTORIA di Peter Weiss – dal 14 al 23 aprile;
IL DOMATORE di Vittorio Franceschi – 14 e 15 aprile;
UNO SGUARDO DAL PONTE di Arthur Miller – 18 e 19 aprile;
VOLGARE ILLUSTRE, Giornate di Studi Conclusive – 21 e 22 aprile.
5, 6 E DAL 13 AL 25 APRILE
L’ISTRUTTORIA
di Peter Weiss
traduzione Giorgio Zampa
con Roberto Abbati, Paolo Bocelli, Cristina Cattellani, Laura Cleri, Paola De Crescenzo, Davide Gagliardini, Pino L’Abbadessa, Milena Metitieri, Massimiliano Sbarsi, Davide Carmarino (esecuzione musicale)
musiche originali Alessandro Nidi
costumi Nica Magnani
luci Claudio Coloretti
regia Gigi Dall’Aglio
produzione Fondazione Teatro Due
Il dovere di ricordare, la memoria dell’Olocausto, l’arte di mantenere un impegno rispetto alla storia: L’Istruttoria, capolavoro del teatro documentario europeo composta da Peter Weiss attingendo alle deposizioni processuali dei testimoni e dei sopravvissuti di Auschwitz, nel 1984 è stata messa in scena dal Teatro Due di Parma diretta da Gigi Dall’Aglio. L’allestimento è divenuto un cult teatrale che ha conosciuto importanti tournée in Italia e all’estero e che, da oltre trentacinque anni, torna ogni anno sul palco del Teatro Due.
14 e 15 APRILE
IL DOMATORE
di Vittorio Franceschi
con Vittorio Franceschi e Chiara Degani
musica, sound design Guido Sodo
light design Luca Bronzo
scena, costumi e regia Matteo Soltanto
produzione Fondazione Teatro Due Parma, CTB Centro Teatrale Bresciano
Si presenta come un'intervista all'incontrario, dato che di volta in volta l'intervistatrice è l'intervistata e l'intervistato è l'intervistatore.
E a pensarci bene il teatro è proprio questo, dal momento che anche gli attori e gli spettatori si scambiano domande e anche risposte, in quel magico, fertile, intimo silenzio che si crea nell'oscurità della sala. In questo testo si parla di leoni e di tigri, di clowns e di Santi, di case costruite partendo dal tetto e di grandi amori fuggiti via. E di anime che si incontrano e si scambiano il dolore come pegno. L'unica cosa che dura e non tradisce.
Vittorio Franceschi
Nei pomeriggi senza spettacolo, il Circo appare desolato. Non bastasse, da quando gli animali sono stati banditi si respira aria di sgombero. Ma è proprio nella dimenticanza, che questo non luogo vive un ultimo imprevisto sussulto: il giorno in cui due persone e due generazioni apparentemente lontane si confrontano e scontrano sulla loro natura, fino a capire che in fondo, ciò che le divide sono le convenzioni e non la sostanza.
Matteo Soltanto
18 e 19 APRILE
UNO SGUARDO DAL PONTE
di Arthur Miller
traduzione Masolino D’Amico
con Massimo Popolizio, Valentina Sperlì, Michele Nani, Raffaele Esposito, Lorenzo Grilli, Gaja Masciale, Felice Montervino e altri 2 attori in via di definizione
scene Marco Rossi
costumi Gianluca Sbicca
regia Massimo Popolizio
produzione Compagnia Umberto Orsini, Teatro di Roma / Teatro Nazionale, Emilia Romagna Teatro Fondazione ERT / Teatro Nazionale
“Scrive Miller: “L’azione della pièce consiste nell’orrore di una passione che nonostante sia contraria all’interesse dell’individuo che ne è dominato, nonostante ogni genere di avvertimento ch’egli riceve e nonostante ch’essa distrugga i suoi principi morali, continua ad ammantare il suo potere su di lui fino a distruggerlo”. Ecco questo concetto di ineluttabilità del destino e di passioni dalle quali si può essere vinti e annientati è una “spinta” o “necessità” che penso possa avere ancora oggi un forte impatto teatrale.
Tutta l’azione è un lungo flash-back. Per me è una magnifica occasione per mettere in scena un testo che chiaramente assomiglia molto ad una sceneggiatura cinematografica, e che, come tale, ha bisogno di primi, secondi piani e campi lunghi. Alla luce di tutto il materiale che questo testo ha potuto generare dal 1955 (data della sua prima rappresentazione) ad oggi, cioè film, fotografie, serie televisive credo possa essere interessante e “divertente” una versione teatrale che tenga presente tutti questi “figli”. Una grande storia… raccontata come un film… ma a teatro. Con la recitazione che il teatro richiede, con i ritmi di una serie e con le musiche di un film.”
Massimo Popolizio