Alla Galleria S. Andrea mostra ollettiva di Mauro Maffina, Aldo Monica e Sandro Panfani dal titolo "Incontro di linguaggi".
Sabato 8 novembre 2025 - Giovedì 20 novembre 2025
Parma - Galleria Sant'Andrea
Sabato 8 novembre 2025 alle ore 17,00 verrà inaugurata presso la
Galleria S. Andrea in Via Cavestro, 6 a Parma la collettiva di Mauro
Maffina, Aldo Monica e Sandro Panfani dal titolo "Incontro di linguaggi".
Durata mostra: 8 novembre - 20 novembre
Giorni di apertura: da martedì a sabato dalle 10 alle 12 e dalle 16 alle
19, domenica dalle 16 alle 19. Lunedì chiuso. Ingresso libero.
testo di presentazione:
"Tre artisti, Mauro Maffina, Aldo Monica, Sandro Panfani, con diverse
sensibilità artistiche si incontrano per la prima volta in una
esposizione che promette molta innovazione nel modo di proporre il
proprio sentire.
Mauro Maffina
ha trovato nello strumento digitale la possibilità di realizzare quello
che la lezione delle
avanguardie artistiche italiane, successive agli anni 50, lo avevano
ammaliato. Ovvero guardare le cose e la realtà con un occhio diverso e,
soprattutto con una comprensione della realtà che andasse oltre la
superficie tangibile dell'opera d'arte.
L'esuberanza creativa di Mauro Maffina non è fine a stessa ma
finalizzata a creare un messaggio universale ed è lui stesso che
riporta la creazione fotografica, dopo molteplici sovrapposizioni
digitali, alla sostanza cioè a quell'oggetto che è termine tattile di
un percorso virtuale. La creazione parte dallo smembramento della
realtà, ovvero se la foto è realtà lui la dissocia dall'immagine
raccolta dall'obbiettivo e comincia ad elaborare i pixels, quei punti
che compongono la realizzazione. Si cimenta quindi in un gioco astratto
dove è lo spazio
che assume profondità inusuali, quasi dei vuoti, e dove la morfologia
del vivente, sia natura o umanità, o dei sistemi applicati ai viventi,
geografie o lessici, vengono modificati fino a diventare linguaggio
nuovo seppur di difficile traduzione. L'emozione dell'elaborazione
trasporta Mauro ad ottenere il risultato finale lasciando sul supporto
stampato le sue tracce come una firma. Graffi, tagli, bruciature o
carezze che siano. Una nuova verità. (LT)
Aldo Monica
alla collettiva “Incontro di linguaggi”, porta il proprio bagaglio
creativo generato con l'utilizzo della tecnica digitale che gli consente
di esplorare e approfondire, tra composizioni e scomposizioni di pixel,
i tanti temi che attraggono la sua sensibilità artistica e stimolano una
ricerca rappresentativa che a volte esaspera la realtà per riprodurla
con il suo sentire più sincero. (LT)
Sandro Panfani
La bellezza è ovunque. Ma non si fa conquistare facilmente. E’
necessario “lo sguardo”. Non solo atto percettivo di biologica natura,
ma intuizione, necessità dell’anima, impulso ed istinto animale,
delicatezza del tocco, pazienza. Calker ha educato il suo sguardo sulle
cose durante tutta la sua vita: posandolo tra i "caruggi" della sua
Genova, lanciandolo con scatto fulmineo sui mari che porta dentro,
soffiandolo tra le vele delle barche sulle quali, inginocchiato, ha
levigato il legno per tanti anni, trasformando la materia grezza in
tappeti splendenti. La ricerca della bellezza per Calker non è una fra
le tante cose che gli appartengono, ma è la cifra identitaria per
eccellenza del suo essere gettato nel mondo. Al punto da aver scovato
bellezza anche in mezzo all’inferno, dove bellezza non c’è. E’ un viaggio.
In barca a vela, in moto, in macchina, a piedi.... La sua macchina
fotografica è il suo sguardo, il suo sguardo è l’amore per la vita.
Incessante. Non sorprende dunque che a 60 anni Calker inciampi nella
propria arte, dopo aver forsennatamente ammirato l’arte dei grandi
autori. E non sorprende che la sua arte abbia i colori e le materie
della sua vita: legno, siliconi, resine, conchiglie, ossi di seppia...
Materiale di scarto delle falegnamerie, ma non solo. Materia di risacca
sulle rive delle sue spiagge, forme geometriche di bottiglie dei gin di
cui gode le fragranze, di cui non si spreca nulla tanto meno la
perfezione delle forme. Materia tutta e varia che riprende vita nel suo
laboratorio che prima di essere un luogo fisico è un uno spazio onirico,
una visione. L’arte di Calker è di più. E’ impegno civile, ostinata
testimonianza di bisogno di giustizia, ritorno alle origini del suo
passato militante a favore dei diritti sociali e della pace. Non a caso
i bitter Campari si trasformano nei colori della pace in
"LIFE:Caulking&Bitter" ed in maniera ancor più forte in "Genocidio" la
bandiera Palestinese riprodotta in silicone e resina si tinge di sangue
ed è dilaniata dai detriti delle esplosioni. Ancora, la sua arte è
leggerezza: musica jazz, canzone popolare, i foulard di Hermès, cultura
pop! Guardare le opere di Calker, insomma, è ascoltare il lungo racconto
del suo percorso di vita e del viaggio... che inizia ora.
(presentazione a cura di Flora Salveti)"