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LE STAGIONI DI CONCERTI 2026 DEL TEATRO REGIO DI PARMA

Martedì 27 gennaio 2026
Mercoledì 18 febbraio 2026
Martedì 24 marzo 2026
Martedì 7 aprile 2026
Domenica 17 maggio 2026
Parma - Teatro Regio
LE STAGIONI DI CONCERTI 2026 DEL TEATRO REGIO DI PARMA

Il Trio di Parma, Alessandro Carbonare e Marco Baliani, inaugurano la Stagione Concertistica, realizzata da Società dei Concerti di Parma in collaborazione con il Teatro Regio, grazie al sostegno di Comune di Parma, Ministero della Cultura, Fondazione Cariparma, Sinapsi Group, Chiesi Group e Cooperativa La Giovane, nel primo dei sei concerti che, da gennaio a maggio, vedono protagonisti il Belcea Quartet, Benedetto Lupo, GrigorySokolov, Gil Shaham con L'Appassionata, Paolo Fresu e Giovanni Sollima.

CALENDARIO DI VENDITA

Prelazioni dal 22 al 28 ottobre 2025

Nuovi abbonamenti 29, 30 ottobre 2025

Biglietti dal 5 novembre 2025

Agevolazioni per under 35, over 65, allievi scuole di danza, soci abbonati alla Società dei Concerti di Parma

La Stagione Concertistica debutta martedì 27 gennaio 2026, ore 20.30, in occasione del Giorno della Memoriacon un concerto che vuol essereun ponte tra musica, parola e storia,per non dimenticare le atrocità del passato. Sul palco, un ensemble di straordinari artisti darà vita a pagine di Aaron Coplande Olivier Messiaen, in particolare di quest’ultimo il Quatuor pour la fin du temps, capolavoro nato in un contesto di sofferenza, simbolo della resilienza umana. Interpreti speciali ed acclamati di questa serata speciale sonoAlessandro Carbonare, primo clarinetto dell'Orchestra di Santa Cecilia e il Trio di Parma, formazione da camera d'eccellenza, composta da tre grandi artisti parmigiani quali Ivan Rabaglia (violino), Enrico Bronzi (violoncello) e Alberto Miodini (pianoforte), insieme a loro Marco Baliani, uno degli artistipiù autorevoli del teatro italiano, che guiderà il pubblico nella riflessione storica ed emotiva del brano attraverso i testi lasciati dallo stesso Messiaen. “Quatuor pour la fin du tempsè un'opera capitale anche per la sua genesi unica. Composto nel 1940, mentre Messiaen era prigioniero nello Stalag VIII-A in Germania, fu eseguito per la prima volta proprio all'interno del campo, davanti a prigionieri e guardie tedesche. Ispirato a passi biblici dell'Apocalisse, il brano si riferisce alla "fine del tempo" come all'inizio dell'eternità, della trascendenza. Messiaen infuse nell'opera la sua profonda fede, il canto degli uccelli (sua grande passione, simbolo di libertà) e tecniche compositive innovative per creare sonorità uniche e sospese. Ogni movimento del Quatuor è un inno alla speranza e alla capacità dello spirito umano di elevarsi anche nelle condizioni più avverse. È un potente messaggio di resilienza e un monito contro l'orrore, un'opera che rende la musica veicolo di memoria e di riflessione. Laserata sarà l'occasione per vivere un'esperienza profonda e toccante, incui la musica si fa testimone di un passato che non dobbiamo e non possiamo dimenticare”

 

Mercoledì 18 febbraio 2026, ore 20.30, il Teatro Regio accoglieil Belcea Quartet, una delle formazioni quartettistiche più stimate e celebrate almondo. Fondato a Londra nel 1994, il quartetto è composto da Corina Belcea-Fisheral violino, Suyeon Kangal violino, Krzysztof Chorzelskialla viola e Antoine Lederlin al violoncello. La loro unione musicale si distingue per un'intensità interpretativa rara, una precisione tecnica impeccabile e un'intesa profonda che permette loro di scavare nell'anima di ogni composizione. “Sono celebri per le loro interpretazioni illuminanti, spesso frutto di lunghe e meticolose ricerche sulla prassi esecutiva, che li rendono capaci di rivelare nuove sfumature anche nei brani più noti”. Il programma mette in risalto il contrasto affascinante tra la modernità concisa di Anton Weberne la profondità emotiva, ma con uno sguardo sempre rivolto al futuro, di Ludwig van Beethoven.La serata si aprecon i Cinque Movimenti per quartetto d'archi, op. 5di Anton Webern. Questo ciclo di miniature è un esempio sublime del modernismo viennese, dove ogni nota è densa di significato, ogni silenzio è carico di tensione. La musica di Webern, con la sua concisione estrema e la sua ricerca timbrica, rappresenta una sfida interpretativa che il Belcea Quartet affronta mettendo in risalto la fragilità e al contempo la forza di queste architetture sonore. Seguonodue capolavori assoluti di Ludwig van Beethoven, anticipandole celebrazioni per il bicentenario della morte delcompositore previsteper il 2027: il Quartetto per archi n. 16 in Fa maggiore, op. 135, ultima grande composizione completa del genio di Bonn, e il Quartetto per archi n. 7 in Fa maggiore, op. 59 n. 1 "Razumowsky".Con l'op. 135, Beethoven ci lasciaun testamento spirituale, un dialogo intimo tra i quattro strumenti che si conclude con la celebre domanda "Muss es sein?" ("Deve essere?") e la risoluta risposta "Es muss sein!" ("Deve essere!"). L'op. 59 n. 1, parte dei quartetti "Rasumovsky", è invece un'opera di vastità epica, che segna un'espansione monumentale del linguaggio quartettistico, ricca di inventiva melodica e complessità strutturale.“L'esecuzione di questi brani da parte del Belcea Quartet non è una semplice riproduzione, ma un'immersione totale nella visione beethoveniana, restituita con una forza comunicativa che lascia il pubblico ammirato e profondamente commosso. Ogni frase è cesellata, ogni dinamica calibrata, trasformando il concerto in un'esperienza di ascolto indimenticabile”

Martedì24 marzo2026,ore 20.30,l’eleganza e il magnetismo di Benedetto Lupo ci condurranno inun viaggio che esalta la profondità del pianismo romantico e le grandi doti interpretative di questo grande pianista italiano. Finalista al prestigioso Concorso Internazionale Van Cliburn nel 1989,Benedetto Lupo da allora si esibisce regolarmente nelle sale da concerto più importanti del mondo, sia come solista sia con orchestre di rilievo. È anche stimato didatta, insegnando pianoforte al Conservatorio Santa Cecilia di Roma e all'Accademia Nazionale di Santa Cecilia. Il programma della serata è un percorsonelle architetture sonore di due giganti del pianismo romantico: Robert Schumann (Kinderszenen, op. 15e Kreisleriana, op. 16) e Fryderyk Chopin (Sonata n. 2 op. 35e Scherzo n. 2, op. 31).Le composizioni di Schumann, con le loro continue oscillazioni tra estro e introspezione lirica, richiedono all’interprete di esprimere l'intera gamma delle emozioni umane.“Dalle fantasie poetiche alle pagine più virtuosistiche, Lupo illuminale sfumature di un compositore che ha saputo tradurre in musica la propria anima tormentata. Accanto a Schumann le opere di Chopin, con illoro lirismo incantatorio, la loro malinconia intrinseca e il loro virtuosismo brillante, offriranno a Lupo l'opportunità di sfoggiare la sua raffinatezza cristallina e il suo nobile fraseggio. La forza comunicativa di Lupo risiede nella sua capacità di far "cantare" il pianoforte, di trasformare la tastiera in una tavolozza di colori emotivi che catturano e incantano”

Uno degli appuntamenti più attesi e di maggior richiamo della stagione sarà senza dubbio il concerto di martedì 7 aprile 2026, ore 20.30con l'immenso pianista Grigory Sokolov. “Considerato uno dei più grandi interpreti viventi, Sokolov è figura quasi leggendaria, la cui arte trascende la mera esecuzione per trasformare ogni concerto in un'esperienza rivelatrice e indimenticabile”. La sua carriera è stata costellata da riconoscimenti sin dalla vittoria al Concorso Internazionale Čajkovskij di Mosca nel 1966, a soli sedici anni. Da allora, ha scelto un percorso artistico lontano dai clamori mediatici, concentrandosi esclusivamente sulla sua musica, rifiutando interviste e limitando al minimo le registrazioni in studio, preferendo l'autenticità e l'irripetibilità del concerto dal vivo.“Grigory Sokolov non è solo un pianista con una tecnica titanica, ma filosofo dello strumento, interprete che dedica infinite ore allo studio e alla meditazione su ogni singolo brano, svelando profondità e connessioni nascoste nel repertorio. I suoi concerti sono eventi unici, caratterizzati da programmi spesso svelati solo a ridosso dell'esibizione, ma sempre scelti con una cura meticolosa e una visione complessiva che trascende le singole composizioni. La sua forza comunicativa è quasi mistica: Sokolov crea un'atmosfera di totale concentrazione, dove il tempo sembra dilatarsi e ogni nota assume un peso specifico,una risonanza che va oltre il suono stesso. Il pubblico non è ascoltatore, ma partecipacon luia un rito sonoro, un viaggio interiore guidato da un artista che riesce a toccare le corde più profonde dell'anima. Ogni frase è intrisa di un significato profondo, ogni pausa è carica di tensione, ogni climax è travolgente. Assistere a un concerto di Sokolov significa vivere un'esperienza catartica, un incontro con la bellezza assoluta e la verità della musica, un evento che lascia un'impronta indelebile nella memoria”.

Lunedì27 aprile2026, ore 20.30, la stagione si arricchisce di uno straordinarioconcerto, anteprimadel prestigioso Paganini Guitar Festival, che vedeprotagonisti Gil Shaham, tra i più importanti violinisti del nostro tempo, e l'Orchestra da Camera L'Appassionata. Gil Shaham è un artista dalla carriera brillante e 5riconosciuta a livello mondiale. Sin dal suo debutto con la London Symphony Orchestra a soli diecianni, ha incantato le platee con la sua tecnica impeccabile, la sua sonorità brillante e la sua capacità di comunicare un'ampia gamma di emozioni. Possessore delloStradivari "Comtesse de Polignac" del 1699, Shaham è noto per la sua versatilità, che lo porta a spaziare con disinvoltura dal repertorio barocco a quello contemporaneo, sempre con una vitalità e un entusiasmo contagiosi. L'Orchestra da Camera L'Appassionata è una formazione italiana giovane, dinamica e già molto apprezzata per la sua energia e la sua precisione esecutiva, particolarmente vocata al repertorio barocco, classico e romantico. Il programma della serata sarà un affascinante percorso attraverso secoli di musica, dimostrando la versatilità e la potenza espressiva di Gil Shaham. Si spazierà dalle architetture sublimi di Johann Sebastian Bach, al lirismo del celebre Concerto per violino e orchestra in mi minore, op. 64di Felix Mendelssohn Bartholdy, uno dei concerti violinistici più amati, caratterizzato da melodie incantevoli e un dialogo continuo e appassionato tra solista e orchestra. Non mancherà la cantabilità tutta italiana di Niccolò Paganini, figura iconica e fonte d'ispirazione del Festival, sino ad arrivare alla passione (a tratti tragica) della Serenata per archi in do maggiore, op. 48di Pëtr Il'ič Čajkovskij che chiuderà la serata con la sua ricchezza melodica e la sua energia travolgente. In quest'ultimo brano, Gil Shaham non sarà solo solista ma assumerà anche il ruolo di Konzertmeister, guidando l'orchestra. “La forza comunicativa di questa serata risiederà nella fusione tra il virtuosismo scintillante di Shaham e la vivacità dell'Orchestra L'Appassionata, creando un dialogo musicale che saprà toccare corde emotive diverse, dal sacro al profano, dal lirico al drammatico, in un viaggio sonoro che celebra la bellezza e la potenza del violino

La stagione concertistica si conclude nel pomeriggio di domenica17 maggio2026, ore 17.30,con un'inedita collaborazione tra il trombettista Paolo Fresu e il violoncellista Giovanni Sollima, due celebri artisti che amano esplorare i confini tra i generi, promettendo un dialogo musicale innovativo e coinvolgente che promette diparlare al cuore di tutti. Paolo Fresu è uno dei trombettisti jazz italiani più apprezzati e riconosciuti a livello internazionale. La sua carriera è costellata di successi e collaborazioni prestigiose, che lo hanno visto spaziare dal jazz più tradizionale a sonorità più contemporanee, spesso con incursioni nella musica etnica e nella musica classica. Fresu è noto per il suo suono inconfondibile, caldo e lirico, e per la sua capacità di creare atmosfere suggestive e profonde. È un artista dalla grande sensibilità, sempre alla ricerca di nuove strade espressive, e la sua musica è un viaggio emozionale che incanta e commuove. Giovanni Sollima è un violoncellista e compositore eclettico, la cui arte trascende le definizioni di genere. Virtuoso dello strumento, Sollima è un veroe proprio innovatore che ha rivoluzionato il modo di concepire il violoncello, portandolo in contesti inaspettati e fondendo la musica classica con elementi rock, minimalisti e world music. La sua energia sul palco è contagiosa e le sue performance sono spesso caratterizzate da una straordinaria libertà espressiva e una teatralità coinvolgente. Sollima non è solo un interprete, ma anche un prolifico compositore le cui opere sono eseguite in tutto il mondo. Questa collaborazione tra Fresu e Sollima si preannuncia come un progetto unico e sorprendente. Entrambi gli artisti sono noti per la loro curiosità e la loro propensione a superare i confini musicali, rendendoli partner ideali per un'esplorazione sonora audace. Non si tratta di un semplice concerto, ma di un vero e proprio dialogo musicale. Sarà un'occasione per assistere a un'interazione profonda e spontanea tra la tromba, strumento a fiato per eccellenza, e il violoncello, dall'anima così versatile. Un'alternanza tra momenti di grande lirismo e intensità melodica, tipici di Fresu, e passaggi di energia ritmica e sperimentazione timbrica, che caratterizzano l'approccio di Giovanni Sollima. “Il repertorio sarà un autentico viaggio tra reinvenzioni di pezzi barocchi, improvvisazioni su temi popolari e nuovecomposizioni scritte appositamente per questa collaborazione, il tutto filtrato attraverso la sensibilità e la visione artistica di questi due eclettici musicisti. Sarà un'esperienza che va oltre i generi, unendo la raffinatezza del jazz con la profonditàdella musica colta e la libertà dell'improvvisazione. Un evento per chi ama la musica senza etichette e desidera lasciarsi trasportare da sonorità inedite e coinvolgenti”

 

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Teatro Regio
Pubblicato il 22/07/2025

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