Corniglio - Sesta Madoi, il paese degli affreschi

Sesta inferiore ora Sesta Madoi
Sesta Madoi divenne il paese degli affreschi in occasione dell'inaugurazione degli affreschi della chiesa
L’imponente impresa pittorica, consistente in circa 350 mq di affreschi, fu eseguita nel giro di appena tre mesi di weekend nel 1963 Come sottolineato anche dal compianto Tiziano Marcheselli nell’ambito di uno dei suoi ricorrenti articoli sull'argomento, l'opera presentava svariate difficoltà: «dalla mancanza di superfici piane all'interno della chiesa ai numerosi permessi da ottenere e ritrosie da vincere, fino ai fattori tecnici veri e propri». Madoi riuscì a superare tutti gli ostacoli, «un po' con la sua abilità professionale di pittore e un po' con i suoi sviluppatissimi contatti umani». Parte delle difficoltà venne tuttavia superata anche per merito di Don Rosolo Tarasconi (il principale collaboratore di Madoi), del Comitato di fabbriceria e della Comunità parrocchiale di Sesta Inferiore. E giunse per il Maestro Walter Madoi, per Don Rosolo Tarasconi e per la gente del posto il momento più trepido ed emozionante: quello dell'inaugurazione della «grandiosa» e «mirabile» opera (così l’”Avvenire” aggettivò in quei giorni l'opera artistica di Madoi). Si trattò di un momento preparato a lungo e nei minimi particolari, tanto che la «cerimonia» rivelò un'organizzazione da manuale turistico (come risulta dalla documentazione «agli atti» e dalle testimonianze orali). Al riguardo, ecco un gustoso campionario di consigli forniti dal feudatario Madoi ai suoi sudditi»: curare la pulizia e il decoro del borgo (in particolare mettere «fiori sulle finestre» e «su ogni piccolo pezzo di terra»); risolvere i problemi della segnaletica artistico - culturale e dei parcheggi, lanciare l'immagine di Sesta come «paese dell'affresco» attraverso gli organi d'informazione e tramite altre forme divulgative; affinare il senso di cordialità e di ospitalità, nonché di ponderata loquacità, nei confronti dei visitatori (giornalisti compresi); evitare di esibire drappi o manifesti tipo «W il Vescovo» (dato il preponderante carattere artistico - culturale della «cerimonia»). L’editto conteneva anche un brioso e singolare suggerimento rivolto all'unico esercente della frazione («Guido farà bene a fornirsi di sigarette e non solo di trinciato forte») e un profetico invito indirizzato a «tutti quelli che hanno una stanza o due» («farebbero bene a sistemarle per una possibile collocazione di villeggianti»).
Forse mai tanti estimatori, turisti e curiosi, salirono fino a Sesta Inferiore come in occasione della fatidica giornata del 7 luglio 1963; forse mai tante autorità civili e religiose, nonché tante personalità della cultura e dell'arte, varcarono i confini del feudo di Madoi come allora; forse nessun altro avvenimento cornigliese provocò tanti servizi giornalistici e fotografici. Un coro di elogi salutò l'eccezionale impresa di Madoi, pittore da più parti ritenuto di statura nazionale e forse sovranazionale. Qualcuno definì il «paese dell'affresco» come «uno dei più interessanti centri artistici dell'Appennino» (da inserire «di diritto negli itinerari turistici» della vallata); qualcun altro accostò il progetto portato a termine da Walter Madoi nella chiesa di Sesta a quello realizzato da Henri Matisse nella Cappella del Rosario di Vence (1951); altri ancora tirarono in ballo, anche per via della scelta dei modelli («visi di uomini viventi»), addirittura Leonardo e Michelangelo.
Sui muri delle case del paese potrete vedere numerosi affreschi di vita quotidiana dipinti da Waltr Madoi
Nella picola chiesa barocca di Sesta Inferiore gli affreschi della Crocifissione di Walter Madoi nell'immagine
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