Maurizio Trapelli, fondatore del Centro Nazionale di Coordinamento delle Maschere Italiane e testmonial AVIS come Dsevod

Maurizio trapelli si raconta:
"Nel mese di gennaio del 2010, sono stato invitato come maschera di Parma, al carnevale di Varallo (VC) e in quella occasione mi sono trovato in una atmosfera fantastica che non conoscevo: il mondo delle maschere italiane. Persone appartenenti ad Associazioni come la Famija Pramzana che sostengono e interpretano questo ruolo. Conoscevo le maschere della Commedia dell'Arte, come Pulcinella, Arlecchino, Gianduia, ecc. ma non conoscevo l'esistenza tante altre maschere allegoriche e folkloristiche, che rappresentano le Tradizioni, le Tipicità del proprio territorio. In pratica la Cultura popolare italiana. Da li è nato il mio sogno di far conoscere ai parmigiani questa realtà. Nei giorni 19 e 20 maggio del 2012, sono venute a Parma circa 120 maschere. L'idea è stata talmente condivisa da queste maschere, che mi hanno convinto di ripeterla anche negli anni successivi. Così anno dopo anno siamo arrivati alla nona edizione, portando a Parma nell'ultima edizione, circa 300 maschere. Nell'evento del 2015, abbiamo creato il Centro Nazionale di Coordinamento delle Maschere Italiane, che riuniscono rappresentanti di 14 Regioni italiane, con lo scopo di fare un censimento di tutte le maschere note e meno note e ufficializzarle in un registro. Ci siamo iscritti all'albo delle APS della Regione Emilia-Romagna. Grazie alla collaborazione del Vice-Presidente dell'Assemblea Legislativa, è stato pubblicato con il patrocinio della Regione Emilia-Romagna il primo libro-registro delle maschere italiane, curato dal critico d'Arte prof. Marzio Dall'Acqua. Il giorno sette novembre del 2018, grazie all'interessamento del Vescovo di Parma Monsignor Solmi e didon Mauro parroco della parrocchia di San Leonardo, ho portato in Vaticano all'Udienza di Papa Francesco, circa 400 persone tra maschere e accompagnatori. La copertina del libro, ricorda quell'importante avvenimento.
AVIS
Ai tempi della mia giovinezza, l'importanza di donare il sangue non era conosciuta come oggi. Ho capito successivamente quanto è importante questo gesto e la mia prima donazione l'ho fatta quando ormai avevo trent'anni. Ho donato fino a 65 anni, diventando nel 2008 su invito dell'allora Vice-Presidente Doriano Campanini, testimonial dell'AVIS Comunale come Dsèvod. Ma ho capito ancor di più l'importanza di questo valore, quando il 14 maggio del 2012 sono stato operato d'urgenza per un tumore all'intestino e il miofisico era talmente debilitato, che per affrontare questo intervento ho avuto bisogno di tre sacche di sangue. Senza quelle..."