Luigi Pigorini, archeologo

Nato a Fontanellato nel 1842, Luigi Pigorini entra nel 1858, appena sedicenne, come “alunno” al Museo di Antichità di Parma, con il compito di aiutare il direttore, Michele Lopez, nella sistemazione delle monete. Alla fine del 1860, però, la visita al Museo di due naturalisti, Bartolomeo Gastaldi torinese e Pellegrino Strobel, docente di Scienze all’Università di Parma, interessati agli oggetti recuperati nelle “mariere”, determina la grande svolta della sua vita. Nel 1861 è invitato da Strobel a collaborare nello studio di questi siti sparsi nelle campagne emiliane e già dopo i primi sopralluoghi vi riconoscono i resti di villaggi preistorici a cui attribuiscono il nome di “terramare”; grazie a loro, e al reggiano don Gaetano Chierici che li affianca l’anno successivo, nasce l’archeologia preistorica italiana. Pigorini abbandona così le antichità classiche per dedicarsi all’archeologia preistorica o “paletnologia”. Nel 1865, è il primo a parlare a Roma, all’Istituto di Corrispondenza Archeologica e di fronte a prelati e cardinali, dell’“Alta Antichità”, suscitando inizialmente sdegno, ma poi un attento e duraturo interesse.
Nel 1867 è nominato Direttore del Museo di Antichità di Parma; negli anni della sua direzione, le collezioni di reperti preistorici crescono notevolmente, ma nel 1875 è chiamato a Roma per realizzare un Museo preistorico nazionale che metta la nuova capitale al pari di quelle europee. Già direttore del Museo, inaugurato nel 1876, nel 1877 gli viene affidata la prima cattedra “Paletnologia”, istituita grazie alle sue insistenze e unica in Europa fino agli inizi del Novecento. Membro di un numero infinito di accademie e istituzioni culturali, funzionario ministeriale di ineccepibile correttezza, nel cinquantenario del suo ingresso nel mondo archeologico, la città di Parma gli tributa, nel 1908, grandi onori e il dono di una medaglia in cui viene definito “principe de’ paletnologi”. Nel 1912, in virtù dei suoi meriti scientifico-culturali, è nominato Senatore del Regno e per qualche tempo rivestirà anche la carica di vice-presidente del Senato.
Ritiratosi dalla direzione del Museo e dall’insegnamento universitario, le sue finanze non gli consentono di vivere a Roma per cui nel 1923 si trasferisce con la moglie a Padova, dove muore nel 1925 e dove viene sepolto con funerali di stato.
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