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PARMA DANZA 2026 DEL TEATRO REGIO DI PARMA

Sabato 28 febbraio 2026
Giovedì 2 aprile 2026
Sabato 11 aprile 2026
Martedì 21 aprile 2026
Giovedì 14 maggio 2026
Domenica 27 dicembre 2026
Martedì 29 dicembre 2026
Parma - Teatro Regio
PARMA DANZA 2026 DEL TEATRO REGIO DI PARMA

PARMA DANZA

Les Ballets de Monte-Carlo, Balletto del Teatro Nazionale Croato Ivan Zajc di Fiume, CCN/Aterballetto, Balletto di Maribor, Artemis Danza, Orchestra e Ballo della Fondazione Arena di Verona sono i protagonisti di Parma Danza 2026, sei spettacoli da febbraio a dicembre e una prima nazionale. La danza dietro le quinte a cura di Valentina Bonelli con incontri, classi aperte e masterclass

PARMA DANZA2026

Les Ballets de Monte-Carlo, Balletto del Teatro Nazionale CroatoIvan Zajc di Fiume, CCN/Aterballetto, Balletto di Maribor, Artemis Danza, Orchestra e Ballo della Fondazione Arena di Veronasono i protagonisti di Parma Danza 2026, seispettacolida febbraio a dicembreeuna prima nazionale, con compagnie di danza nazionali e internazionali che offrono un ampio e vario panorama del balletto e della danza contemporanea

Les Ballets de Monte-Carlo, sotto la presidenza di S.A.R. la Princesse de Hanovre, inaugura Parma Danza sabato 28 febbraio 2026, ore 20.30, con Roméo et Juliettedi Sergej Prokof’ev, nella versione coreografica di Jean-Christophe Maillot. La compagnia monegasca interpretail celebre balletto ispirato alla tragedia di William Shakespeare, nella messinscena, presentata per la prima volta all’Opéra di Monte-Carlo nel 1996, che si avvale delle scenografie di Ernest Pignon-Ernest, dei costumi di Jérôme Kaplan e del disegno luci di Dominique Drillot. Jean-Cristophe Maillot adottauna prospettiva coreografica che evita di parafrasare il monumento letterariodi Shakespeare, raccontando la disputa fra Capuleti e Montecchi fino al suo tragico epilogo, e sceglie diriviverela tragedia dal punto di vista dell’animo tormentato di Frate Lorenzo, il quale, desiderando fare del bene, alla fine provoca invece la morte dei due amanti. Roméo et Juliettedi Jean-Cristophe Maillot è il flash back di questo religioso sconvolto che, alla fine del dramma, si chiede come si è potuti arrivare a tanto. Questa diversa prospettivaillumina lasensibilità del coreografo, che interpreta la vicenda non come un conflitto sociale o una lotta tra clan regolata da un codice d’onore, ma come un dramma fortuito che porta alla mortedue ragazzi più presi dai giochi dell’amore che da quelli dell’odio.Secondo questa chiave, Jean-Cristophe Maillot ha ideato una coreografia che sconvolge i codici della danza classica in ciò che ha di più tradizionale, conservandone a contempo lo slancio, l’energia e la grazia senza tempo, un vocabolario classico con una sintassi contemporanea sempre al crocevia di molteplici discipline artistiche.

Nell’ambito di un ampio progetto di collaborazione e coproduzione con il Teatro Nazionale Croato, il Teatro Regio di Parma ospita il Balletto del Teatro Nazionale Croato Ivan Zajc di Fiume che giovedì 2 aprile 2026, ore 20.30, presenta Cenerentolacon la coreografia Leo Mujićsu musica di Sergej Prokof’ev.Il compositore russoiniziòa scrivere la partitura nel 1941, ma la completòsolo nel 1944, debuttando nel 1945 al Teatro Bol'šoj, con la coreografia di Rostislav Zakharov.A proposito di Cenerentola,Prokof’evscrisse “Vedo Cenerentola non solo come un personaggio fiabesco, macome una persona reale, che sente, vive e si muove tra di noi.Ciòche volevoesprimere sopra ogni altra cosa era l’amore poetico traCenerentola e il Principe, la nascita e lo sbocciare di quell’amore, gli ostacoli sul suocammino e il sogno infine realizzato.”Leo Mujić,con la drammaturgia di Balint Rauscher, le scene di Ana Buković & Stefano Cattunar, i costumi di Manuela Paladin, le luci di Aleksandar Čavlek, il design del suono diSvebor Zgurić, segue questa indicazione, nella sua cifra neoclassicadistintiva, ambientando la storia inun contesto mediterraneo.

CCN/Aterballettosabato 11 aprile 2026, ore 20.30presenta Notte Morricone. “Io, Ennio Morricone, sono morto”, scrisse il compositore prima di congedarsi. “La sua musica, invece, non può farlo. Ed è così che i creatori e gli artisti sempre ci lasciano senza lasciarci, ed è in questo modo che la memoria si preoccupa di tenerli vivi, di tenerli al sicuro. Notte Morriconeè il mio regalo-scrive Marcos Morauregista e coreografo dello spettacolo su musiche di Ennio Morricone-un devoto tributo alla bellezza che ha donato al mondo. Lo Spettacolo condirezione e adattamento musicale di Maurizio Billi, sound design di Alex Röser Vatiché,Ben Meerwein, testi di Carmina S. Belda, scene e luci di Marc Salicrú, costumi di Silvia Delagneau, si svolge alcrepuscolo di una notte ordinaria nella vita di un creativo che,solo e stordito davantiai suoi fogli, prende appunti e visualizza melodie per film che non esistono ancora, riportando in vita storie nell'aria rarefatta della sua stanza.ProduzioneFondazione Nazionaledella Danza / Aterballetto, coproduzioneMacerata Opera Festival, Fondazione Teatro di Roma, Fondazione ITeatri di Reggio Emilia, Centro Servizi Culturali S. Chiara Trento, Centro Teatrale Bresciano, Ravenna Festival | Orchestra Giovanile Luigi Cherubini.

Il Balletto di Maribor porta in scena martedì 21 aprile 2026, ore 20.30,due coreografie diEdward Clug:Stabat Mater su musica di GiovanniBattista Pergolesicon scene e costumidi Jordi Roig, luci di Tomaž Premzle Carmina Buranasu musica di Carl Orffcon scene di Marko Japelj, costumi di Leo Kulaš, luci di Tomaž Premzl.“Lo Stabat Mater di Pergolesi èuno dei diversi ritratti del dolore di Maria sotto la croce, durante la crocefissione di suo figlio Gesù. La stessa partitura riflette l’esperienza personale dell’autore e il suo atteggiamento nei confronti di questo episodioreligioso. Ascoltando la composizione di Pergolesi, e anche in seguito durante le mie esplorazioni coreografiche–scrive Edward Clug, sono stato immediatamente colpito dalla purezza e dalla semplicitàdella musica, e ad un certo punto anche dalle sue gioiose esclamazioni, che probabilmente non riflettono il dolore, ma piuttosto la sua imminente conseguenza: la speranza. La speranza di cui èimbevuta la musica di Pergolesi, in contrasto con il dolore e l’angoscia della Madre, di fatto èil momento piùsignificativo che mi ha dato l’opportunitàunica di ripensare alla relazione fra questa specifica ‘topografia’ biblica e la mia stessa comprensione ed interpretazione del capolavoro di Pergolesi. Senza dubbio, la coreografia ha una forte connotazione allegorica riguardo l’immaginario biblico tradizionale. Tuttavia, il contesto ironico di vita quotidiana trasforma queste rappresentazioni in un’intimitànuova tramite l’atemporalitàdella danza, riflettendo la nostra personale comprensione del rapporto madre-figlio”.L'opera di Orff, capolavoro del XX secolo che attinge ai temi umani senza tempo della speranza, dell'amore e del destino che trae ispirazione dai versi medievali, parla della durevole natura dell'esperienza umana, con la sua sezione iniziale, O Fortuna, che getta un'ombra minacciosa sull'incerto destino dell'umanità. Nel rivisitare quest'opera iconica, Clug evidenzianon solo il suo implicito senso di tormento, ma anche i suoi temi di rinnovamento e rigenerazione, evocativi della stagione primaverile. Al centro dei Carmina Burana c'èuna profonda riflessione sulla condizione umana, sottolineando il legame con la nostra ereditàe il nostro posto nel mondo. “L'idea di creare una coreografia per la celebre cantata teatrale Carmina Burana di Carl Orff inizialmente sembrava a dir poco assurda, probabilmente a causa di pregiudizi che avevo sulla natura della musica di Orff. Ma ad un esame piùattento della musica, i miei pregiudizi si sono rivelati infondati. La sfida piùgrande èstata trovare il mio significato, la mia storia all'interno dell'opera monumentale di Orff, ed evitare di duplicare ciòche il testo e la musica giàraccontano. La forza trainante della coreografia, seguendo il contenuto di vari testi del manoscritto medievale Codex Buranus, èil parallelismo tra i cicli della natura, specialmente durante il suo risveglio primaverile, la vita umana e la lussuria. Èil risveglio della lussuria nel giovane corpo, che brama il proibito e l'irraggiungibile (frutto), a rappresentare la tensione del movimento del viaggio attraverso ventiquattro "canti". La forma che èemersa spontaneamente era un cerchio che coincideva con il cerchio della fortuna del primo canto di O Fortuna, ed èstato creato da trenta danzatori, ognuno dei quali aspirava al nucleo di questa perfetta forma naturale. Piùstretto èil cerchio, piùtensione e forza permeano il suo nucleo. La cantata di Orff èsenza dubbio ancora oggi un'opera estremamente popolare, in cui ho cercato impulsi di movimento, principalmente spontanei, che si rivolgessero allo spettatore durante lo svolgersi del flusso musicale e lo includessero con discrezione in questo cerchio della vita in costante rotazione. Soprattutto in questi tempi di grandi sfide e attesa individuale, il nostro mondo si rianimerebbe e rinascerebbe attraverso un'esperienza teatrale condivisa. L'arrangiamento di Orff, con la sua varietàdi canzoni, offre una miriade di interpretazioni sulla questione esistenziale di cosa siano veramente la felicità, la vita e l'amore, nessuna delle quali èsbagliata -ma certamente nessuna interpretazione èl'unica corretta e universale”

.Artemis Danza presenta in prima nazionale e in coproduzione con il Teatro Regio di ParmaVerdi/Shakespeare Trilogia della brama Macbeth, Otello, Falstaff in programma giovedì 14 maggio 2026, ore 20.30. “Il male è sempre banale e i suoi autori sono meschini, incredibilmente prevedibili –scriveMonica Casadei, che firma coreografia, regia, scene, costumi e luci dello spettacolo, su musiche di Giuseppe Verdi con elaborazione musicale di Fabio Fiandrini, Luca Vianini. Nessun mistero ma un unico motore comune, una centrifuga emotiva generata dal male maschile per eccellenza: la brama. Macbeth, Jago e Falstaff si ritrovano spogliati della cornice sociale d’origine per raccontare nell’unisona voce baritonale la propria caduta infame. Una commistione delle tre opere verdiane nate dalle parole del geniale Shakespeare: Macbeth, Otello e Falstaff sono il terreno dello scontro individuo-società”.Monica Casadei si cimenta in un inedito lavoro al maschile dove la forza dei danzatori di Artemis Danza rielabora il tema dell’ambizione psicotica. Un trittico di eroi del melodramma abbandonati di fronte ad alcune delle emozioni più forti che invadono l’animo umano: l’attesa, la brama, il precipitare. Non c’è salvezza o perdono cui affidarsi perché la società stessa gode dello spettacolo: sono le fattucchiere di Macbeth o le comari del Falstaff a ridere della rovinosa caduta dei protagonisti. Le note di Giuseppe Verdi sono ancora una volta nel lavoro di Artemis Danza bussola della rappresentazione dei sentimenti. Ad aggiungere nuove suggestioni al lavoro creativo cisono parole diverse, quelle del maggiore autore inglese di teatro: William Shakespeare diventa il perno attorno cui ruotano inedite vorticose danze

Parma Danza 2026 si concludeconun classico del balletto, Il lago dei cigni, eseguito con musica dal vivo e interpretato da Orchestra e Ballo della Fondazione Arena di Veronain due recite fuori abbonamento domenica 27 dicembre, ore 15.30, e martedì 29 dicembre 2026, ore 20.00.Il balletto di Pëtr Il’ič Čajkovskij è presentato nellacoreografia di Evgenij Polyakov rimontata e ripresa da Enrica Pontesilli, con lescene di Michele Olcese dipinte da Paolino Libralato, i costumi di Francesco Morabito, le luci di Vinicio Cheli.“Il lago dei cigni nasce naturalmente come favola, ma è una storia a cui fin dall’inizio sono state attribuite interpretazioni diverse –scrive Enrica Pontesilli, che hanno voluto far trasparire ragioni e significati tutt’altro che favolistici: attraverso questa trama si può vedere rispecchiato ciò che evidentemente è umano e reale -i sentimenti, i dubbi, le angosce, la disperazione -anche partendo da personaggi originariamente favolistici come sono le donne-cignoe la principessa Odette. C’è il principe Siegfried, appena diventato maggiorenne, e c’è Rothbart, qui non più mezzo uomo e mezzo animale come nel libretto originale, ma una persona del tutto umana. Nella versione Polyakov, però, Rothbart, che per tradizione rappresenta il principio del Male, è il tutore del principe, un personaggio ambiguo. È attraversoRothbart che Siegfried viene posto di fronte alla difficile scelta, il suo essere combattuto fra Odette e Odile, fra Bene e Male, le tensioni che si intensificano con la maturità di ogni essere umano. Polyakov era un profondo pensatore, era un’anima tormentata e il suo Lago lo dimostra in questa elaborazione dei ruoli che porta in primo piano l’animo umano, combattuto nelle sue contraddizioni. Questo Lago, da lui firmato solo tre anni prima della sua scomparsa, ci svela l’essenza della sua personalità, dello sperdimento dei suoi ultimi anni di vita”.

CALENDARIO DI VENDITA

Prelazioni dal 22 al 28 ottobre 2025

Nuovi abbonamenti 29, 30 ottobre 2025

Biglietti dal 5 novembre 2025

Agevolazioni per under 35, over 65, allievi scuole di danza, soci abbonati alla Società dei Concerti di Parma

 

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Teatro Regio
Pubblicato il 22/07/2025

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