Alcide Carpana, il grande musicista di origini felinesi

Nato al “Gallo”, una località nel comune di Felino, vicino a Barbiano, nel 1923, Alcide Carpana, pur provenendo da una famiglia modesta, frequentò il Conservatorio e lo avrebbe certamente finito senza intoppi (diceva con giusto orgoglio: “ho sempre avuto l’esenzione dalle tasse perché avevo sempre bei voti”), se non ci fosse stata la guerra. L’aver espresso il proprio giubilo alla caduta del fascismo nel luglio ‘43 gli costò caro: dopo l’8 settembre, venne prelevato e spedito in Germania.
Carpana fu costretto ai lavori forzati sopravvivendo a condizioni tremende fino alla liberazione da parte dei sovietici. Ma purtroppo le tremende vicissitudini della sua vita non finirono qui. Dal momento che non era possibile ritornare, iniziò un peregrinare non meno doloroso e faticoso della prigionia.
Tornato a casa, subito un grande dolore: l’amata sorella era morta. Nonostante le sue iniziali perplessità, fu convinto dal Maestro Alessandrini a riprendere gli studi di musica: furono anni di studi duri, per recuperare il tempo perduto, ma giunse al diploma in viola con voti eccellenti.Di lì a poco vince i concorsi alla Rai di Torino e al Teatro alla Scala di Milano scegliendo di entrare nell’orchestra del teatro meneghino nel ’50. Si trasferisce così a Milano dove conosce Maria, sua compagna di vita, e dove nascono i suoi figli, Eugenia e Alberto.
Da qui in poi, visse trent’anni con i più grandi musicisti del secolo, da De Sabata a Toscanini, da Bernstein a von Karajan, Muti, Abbado. Ma fra tutti i Grandi, due persone sono state particolarmente importanti per lui. Prima di tutto la sua cara amica e compagna negli studi e poi alla Scala: Renata Tebaldi; poi il grande maestro Dimitri Mitroupulos, che gli morì praticamente fra le braccia durante le prove di una sinfonia di Mahler.
Nel 1980 dovette abbandonare la Scala perché una calcificazione alla spalla destra gli causava tremendi dolori quando doveva, come diceva lui, “tirare l’archetto” per ore e ore. Quando lascia l’orchestra scaligera, continua alcune collaborazioni con la Radio Svizzera Italiana, il teatro Angelicum e i Pomeriggi Musicali di Milano fino a ritirarsi nella sua nativa Felino all’inizio degli anni ‘90. Conclude la sua carriera musicale nel ‘88 richiamato dall’Orchestra del Teatro alla Scala in occasione della tournée in Corea e Giappone per l’inaugurazione delle Olimpiadi di Seul.