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INTELLIGENZA ARTIFICIALE; QUALE INTELLIGENZA? a cura di Sergio Bevilacqua

Senza sede
INTELLIGENZA ARTIFICIALE; QUALE INTELLIGENZA?  a cura di Sergio Bevilacqua

 

Questo testo è il secondo di quattro testi dedicati al tema “Arte e Intelligenza

Artificiale”. Il precedente (in uno dei numerosi link di pubblicazione

https://italia.reteluna.it/it/intelligenza-artificiale-bene-o-male-dell-arte-AtpZQ.html )

ha trattato gli aspetti generali del fenomeno, per lasciare a questo la trattazione del

concetto di “Intelligenza”, al prossimo la trattazione del concetto di “Artificiale” e al

quarto e ultimo la funzione delle tecnologie di Intelligenza Artificiale sui processi

artistici.

L’automazione delle facoltà creative dell'Uomo è un percorso che data con vigore ed

evidenza particolare almeno mezzo millennio e avviene soprattutto nell’ambito della

rivoluzione scientifico-tecnologica, evento antropologico pressoché inarrestabile che

ha fatto e continua a far mutare vertiginosamente l’umanità.

Ci possono essere interessi difformi, ma, se esiste un'opportunità d'innovazione che

migliori il rapporto di efficienza, efficacia o produttività nell’adattamento della specie

umana al suo ambiente, questa troverà prima o poi spazio: e non per motivi filosofici

o magici, ma perché si inserisce su piani e programmi inerziali di grandi organismi

sistemici (societari e/o naturali) che esistono per dare a tale opportunità d'innovazione

concreti esiti Economici. Nel termine declinato da “Economia” utilizzato prima

(“Economici”), non sfugga la maiuscola, che distingue la effettiva costruzione del

valore dalla pura ragioneria economico-finanziaria: tale valore è principalmente

antropologico e riguarda il rapporto tra specie umana e ambiente, così come nella sua

radice etimologica, eco-, che riporta al duplice significato di “ambiente” (comune

quindi a “ecologia”) e “casa” (il greco oikos - ο κοςἶ da cui deriva). L’Economia così

intesa identifica quindi il processo di realizzazione di vantaggi adattivi per la specie

umana, in primis progettati dall’intelligenza di fenomeni ambientali e naturali con cui

s’interfaccia. Questi benefici hanno un valore, e tale valore è un’opportunità. Dato

però che tale valore avviene tramite cambiamenti rispetto allo statu quo, benché si

presenti l’evidenza dell’opportunità, esso potrà venire ostacolato o anche

temporaneamente fermato da coloro per i quali il cambiamento è un danno (il

meccanismo della conservazione dello stato stazionario di un sistema aperto). La

resistenza al cambiamento è comprensibile, ma qualora l’innovazione comporti

benefici progressivamente evidenti, essa otterrà alla fine forze sufficienti per imporsi.

Tali forze sono tipicamente organizzate, cioè si tratta di società umane esistenti o nate con lo scopo (realtà socio-organizzative, dunque) di fare avvenire tale cambiamento per godere del suo valore.

Di tale genere è il processo che esiste da sempre di creazione di supporti esterni per le

funzioni creative umane, come è anche l’Intelligenza Artificiale. Esso ha percorso

diversi stadi, fino ad arrivare alle odierne simulazioni di funzioni sempre più generali

del cervello umano. La scrittura, l’abaco per i calcoli, gli archivi e le biblioteche, le

calcolatrici, le macchine da scrivere, i motori, la radio, il microprocessore, e

l’evoluzione di tutti questi strumenti grazie alla tecnologia elettronica, i sistemi

esperti e, su su, l'Intelligenza Artificiale, rappresentano tappe del processo.

Ma che cos’è l’Intelligenza? Semplificando, due sono le radici emblematiche della

parola, tutte derivate dal latino “intelligere” radice presente un poco in tutte le lingue

di ceppo europeo, senza accedere alle ulteriori radicalità precedenti, sanscrite o altro:

la prima identifica una caratteristica di processo, una capacità di scelta, “inter

eligere”, “scegliere tra” numerose possibilità quella (o quelle) più efficiente, efficace,

produttiva in relazione ai fini che ci poniamo; la seconda, che si lega alla prima, si

basa più sul risultato del processo, cioè la sistematica efficacia (successo) delle sue

elaborazioni. Nell’accezione corrente un poco in tutte le lingue di area europea, una

persona intelligente è solitamente chi sa elaborare molti dati e anche chi ottiene

sistematicamente risultati previsti o desiderati.

Per non rifare la storia dello scibile umano, che si riversa anche nell’Arte, possiamo

prendere come riferimento la semplice ed efficace classificazione basilare fatta dalla

psicanalisi sulle caratteristiche dell’intelligenza umana: intelligenza di condensazione

e intelligenza di spostamento.

L’intelligenza di condensazione è caratterizzata dalla capacità di tenere presente nella

mente, in modo conscio o meno, quantità di dati disponibili nella memoria, che più

vasta è, più si presta a combinazioni originali: questa forma d’intelligenza potrà

essere tanto più elevata quanto più vasti saranno 1. gli archivi a disposizione e 2. la

capacità elaborativa presente in un (credo di poter dire…) cervello umano, anche se

non va dimenticata la grande funzione che hanno sensi efficienti, per la raccolta e

identificazione di dati e informazioni presenti nel mondo esterno e anche per il

controllo del processo di elaborazione, che spesso è condizionato da fattori fisici e

non solo intellettuali. La rivoluzione elettronica ha cambiato radicalmente la funzione

della memoria, spostando da interno umano a esterno (macchina) la maggior parte

degli archivi, cioè delle fonti di dati. Ciò ha costituito un primo dirompente fattore di

transumanesimo, cioè di trasferimento, surroga e accrescimento delle capacità umane

tramite le macchine, le quali agiscono da sistemi chiusi, in alcuni casi anche

programmati per una auto-evoluzione.

 

Molto diverso il tema dell’intelligenza di spostamento. Essa è caratterizzata dalla

scoperta di relazioni tra elementi apparentemente non collegati in una logica anche

lata di processo. È tipico estremo dell’intelligenza di spostamento il cosiddetto

pensiero magico, che mi piace citare per primo perché attua relazioni immaginarie tra

fattori di realtà, e porta a compimento approcci logico-razionali senza giustificazione

di pratica sperimentale e nemmeno di solido empirismo, ma basandosi su credenze in

generale cosiddette trascendentali e anche esoteriche. Il pensiero magico (e la sua

conseguente intelligenza) opera con logiche di composizione pressoché arbitraria di

segni disponibili nelle memorie (umane e, oggi, automatiche, sempre di più)

sostenendo effetti compositivi inusuali e privi di concatenamento razionale. Molto

diffuso nell’umanità prima dello sviluppo dei potentissimi strumenti propri della

rivoluzione scientifica, cioè il metodo sperimentale ortodosso nei sistemi chiusi delle

cosiddette scienze esatte e il metodo sperimentale clinico nei sistemi aperti delle

cosiddette scienze umane (ad esempio la tecnica della psicanalisi e quella

dell’organalisi), il pensiero magico rappresenta comunque una caratteristica

dell’umano. Oggi, esso si applica a campi ancora inesplorati dal sapere, ove i metodi

suddetti non agiscono: ciò accade nel caso di innovazioni radicali, cioè esterne ad

ambiti già conosciuti e condivisi. Il confine euristico del pensiero magico è nel delirio

allucinatorio, nella cosiddetta follia, ove l’esercizio di attribuzione di senso fallisce o

addirittura nuoce alle costruzioni sistemiche efficaci ottenute per altra via, ad esempio

scientifica. Con una eccezione: non c’è confine all’intelligenza di spostamento nel

campo dell’Arte, nemmeno col delirio. Anzi, con l’Art Brut, la più affascinante

estetica del contemporaneo, avviene un ribaltamento anche rispetto alle più radicali

avanguardie: non, come in Dadaismo e Surrealismo, le destrutturazioni e lo

smantellamento dei processi di significazione per raggiungere una creazione originale

ed emozionante, ma la sperimentazione del delirio come condizione di creazione

dell’opera d’arte.

Si potrebbe continuare a lungo nel precisare aspetti e sfumature, ma visto che questo

testo è dedicato a capire qual è l’effetto dell’Artificial Intelligence nel campo

artistico, lascio al prossimo pezzo la spiegazione di che cosa possiamo considerare

umano, che cosa artificiale, che cosa possiamo considerare transumano.

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Pubblicato il 20/10/2024

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