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Parma - Biblioteca Palatina, era la biblioteca privata dei duchi Borbone-Parma

Parma - Biblioteca Palatina,  era la biblioteca privata dei duchi Borbone-Parma

La Biblioteca Palatina nasceva il primo agosto 1761, allorché Don Filippo di Borbone (1720-1765), duca di Parma, Piacenza e Guastalla, nominava il teatino Paolo Maria Paciaudi (1710-1785) “Antiquario e Bibliotecario” con un decreto con cui manifestava la volontà politica di dotare il Ducato di una Biblioteca pubblica, perseguendo un ambizioso progetto culturale sostenuto dal suo primo ministro Guillaume di Tillot (1711-1774).

Paolo Maria Paciaudi era giunto a Parma nel 1761, dopo aver viaggiato molto e visitato varie biblioteche; fallito il tentativo di acquistare la Biblioteca del cardinale Domenico Passionei (1682-1761) di Roma e della famiglia Pertusati di Milano, incominciava a farsi arrivare migliaia di libri da ogni parte d’Italia e d’Europa, consigliato anche dai numerosi eruditi amici con cui manteneva una fitta corrispondenza.

Ordinava il materiale bibliografico per materia, dividendo le serie dei libri in sei classi principali: Teologia, Nomologia, Filosofia, Istoria, Filologia, Arti Liberali e Meccaniche; redigeva il catalogo- introducendo una grossa novità per il suo tempo- su schede mobili che riportavano autore, titolo, note bibliografiche, note speciali e collocazione; riservava particolare cura ai manoscritti per i quali stilava prefazioni che poi faceva rilegare insieme al testo.

La Biblioteca, che gode del diritto di stampa dal 1768, veniva inaugurata alla presenza di Giuseppe II d’Austria, l’11 maggio del 1769.

La caduta del Du Tillot avvenuta nel 1771, coinvolgeva anche Paciaudi che nel 1774 chiedeva al duca Don Ferdinando di essere esonerato dall’incarico di bibliotecario per tornarsene a Torino.

La Biblioteca per soli quattro anni era affidata al padre Andrea Mazza, monaco benedettino e sottobibliotecario; nell’aprile del 1778 Paciaudi era richiamato dal Duca stesso e veniva reintegrato nel suo antico ufficio fino alla morte avvenuta nel febbraio del 1785.

Veniva chiamato a dirigere la Biblioteca il padre Ireneo Affò (1785-1797) dei Frati minori Francescani, storico e letterato parmigiano; in quel periodo veniva aperta la galleria Incoronata, un tempo sede della quadreria farnesiana.

Morto l’Affò, lo sostituiva Luigi Canonici (1798-1805), ex gesuita, appassionato di manoscritti e rarità bibliografiche, ma con poco interesse per la Biblioteca. Durante la sua direzione, con la carica di segretario, nel 1804 entrava in Biblioteca il parmigiano Angelo Pezzana (1804-1862) che la guiderà fino alla sua morte avvenuta nel maggio del 1862.

Con il decreto imperiale del 25 aprile 1806, la Biblioteca passava alla città di Parma, ma per volontà di Maria Luigia (1791-1847), nominata sovrana del Ducato di Parma, Piacenza e Guastalla dal Congresso di Vienna (1816) ritornava nel 1818 allo Stato.

Sotto la lunghissima direzione di Pezzana entrano importanti fondi manoscritti e a stampa: la Libreria dell’orientalista Giovanni Bernardo De Rossi, la raccolta di disegni e incisioni del collezionista parmigiano Massimiliano Ortalli, la biblioteca di Michele Colombo, il materiale tipografico fusorio di Bodoni, la Raccolta ebraica Stern-Bisliches. Sempre con Pezzana, tra il 1830 e il 1834, fu costruito un luminoso ambiente riservato alla lettura, il “Salone Maria Luigia”, contenitore di circa 26.000 volumi; fu affrescata inoltre tra il 1841 e il 1857, da Francesco Scaramuzza, la Sala del Bibliotecario con soggetti danteschi, l’attuale Sala Dante.

Dal 1862 al 1876 viene chiamato Federico Odorici; sotto la sua direzione nel 1865 venne acquisito il Fondo Palatino, biblioteca privata dei duchi Borbone-Parma, ricca di opere manoscritte, rari volumi a stampa, incisioni e carteggi.

Con la direzione di Luigi Rossi veniva trasferito nel 1889 il materiale manoscritto e a stampa a carattere musicale nella neonata Sezione Musicale della Biblioteca Palatina annessa al Conservatorio Arrigo Boito.

Edoardo Alvisi dirigeva la Biblioteca dal 1893 fino alle soglie della prima guerra mondiale e sotto la sua direzione si trascrivevano sui grandi volumi le schede mobili redatte dal teatino Paolo Maria Paciaudi.

 Sotto la direzione di Pietro Zorzanello (1927-1935), per disposizioni ministeriali furono trasferiti alla Biblioteca Statale di Lucca più di centosettanta manoscritti del fondo Palatino; si deve a lui la redazione manoscritta del catalogo degli incunaboli della Palatina.

Giovanni Masi, direttore dal 1935 al 1952, curò i lavori per la ricostruzione della Galleria Petitot, colpita dal bombardamento del 13 maggio 1944; la biblioteca fu riaperta nel 1954, sotto la direzione di Maria Teresa Daniele Polidori (1952-1957).

Nel 1963 Angelo Ciavarella (1957-1973), con la collaborazione di autorità locali, realizzò il Museo Bodoniano, in cui è riunito il patrimonio bibliografico, tipografico e fusorio di Giambattista Bodoni. 

 

La Biblioteca Palatina di Parma possiede importanti fondi antichi manoscritti e a stampa, ha prevalentemente indirizzo storico umanistico ed è destinata a quanti svolgono attività di studio e ricerca. Il patrimonio librario della Biblioteca Palatina consta attualmente di circa 800.000 volumi, di cui 6.600 manoscritti (molti dei quali riccamente miniati), 3.000 incunaboli, 15.000 cinquecentine, 75.000 lettere, 50.000 stampe che documentano l'arte incisoria dal XV al XIX secolo.

 

 

Arredata con lignee scaffalature disegnate da Petitot e suddivisa per materia in sei classi principali (teologia, nomologia, filosofia, istoria, filologia, arti liberali), la Biblioteca Palatina fu inaugurata nel maggio del 1769; sin dall’inizio godette del diritto di stampa e fu aperta alla pubblica consultazione. Si deve al bibliotecario Angelo Pezzana l’acquisizione di raccolte private di eccezionale  valore e la realizzazione del Salone di lettura “Maria Luigia” (1830). L'incremento più cospicuo si ebbe poi con l'acquisizione, voluta dal governo italiano nel 1865 del Fondo Palatino, che mantiene tuttora questa denominazione. Era la biblioteca privata dei duchi Borbone-Parma., comprendente 1034 manoscritti, molti dei quali miniati, di provenienza italiana, francese, fiamminga, 349 incunaboli, e circa trentamila volumi dei secc. XVI-XIX 

 Nel 1889 è stata annessa la Sezione Musicale presso il Conservatorio di Parma (via del Conservatorio)

 

Per maggiori informazioni visitate il sito ufficiale cliccando qui

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