Fornovo: i vizi puniti nella Pieve di Santa Maria Assunta

La Pieve di Santa Maria Assunta, straordinario patrimonio scultoreo che, insieme alla sua architettura, la identifica come uno dei più importanti esempi del romanico padano nella parte dall'esterno: sul lato destro della facciata si trova la nota lastra che porta scolpita una scena infernale. L'opera racconta la punizione dei vizi capitali, e lo fa in modo molto semplice. Ma efficace. Immaginate di essere pellegrini medievali, di arrivare da lontano, di non sapere leggere né scrivere: questa come tutte le sculture che accompagneranno il viaggio vi "parlerà": sarà una narrazione continua, quella che troverete "scritta" sulla pietra di chiesa in chiesa, un insegnamento per immagini e simboli, un monito, un avvertimento che, in questo caso, mette paura. Al centro della scena c'è un avaro, forse un usuraio, schiacciato dal peso di tre bisacce e da un forziere, sul quale un demonio preme: questa la punizione eterna per chi nella vita penserà solo ad arricchirsi (secondo alcuni storici questa scena in particolare potrebbe essere stata rivolta al paese, noto per i commerci e il frequente passaggio di mercanti). A sinistra un altro diavolo alato scaraventa i dannati, forse i lussuriosi, nelle fauci spalancate di un mostro: nell'angolo in alto un dannato si aggrappa alla cornice della lastra per non cadere a sua volta. A destra altri cinque peccatori bruciano in un calderone mentre due diavoli alimentano il fuoco dal di sotto. La forma particolare della lastra, a trapezio, secondo alcuni studi potrebbe essere dovuta al fatto che l'opera faceva parte dell'ambone-pulpito romanico, soprelevato, che comprendeva la preziosa lastra di Santa Margherita: forse la scena infernale andava a nascondere i gradini che consentivano ai sacerdoti di salirvi. Questa collocazione giustificherebbe la forma.
Fonte :Iat Fornovo Taro